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Il Caimano

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Il Caimano

di Paul Hackett
4 stelle

Cominciamo da una confessione: voto a sinistra (sovente turandomi il naso e ammesso e non concesso che si possa ancora parlare di sinistra) praticamente da sempre e, pur condividendo buona parte delle idee politiche di Nanni Moretti, non ho mai sopportato granché il suo cinema. L'ho sempre trovato pretenzioso, narcisista e, spesso, decisamente sopravvalutato. Se poi a questo carico da novanta aggiungiamo la non proprio travolgente simpatia umana del personaggio, potete ben comprendere come di solito mi accosti con una certa diffidenza alle (quasi sempre celebratissime) opere del regista romano. Cercando di guardare oltre le mie personali e discutibilissime (come quelle di chiunque altro) idiosincrasie, devo dire che "Il caimano" mi ha lasciato davvero perplesso, soprattutto per la sua natura ondivaga e irrisolta: il tentativo di mettere in scena la crisi esistenziale e lavorativa di un produttore cinematografico era interessante (buona anche se non originalissima l'idea del "film nel film") ma, dopo un buon inizio, la sceneggiatura si sfilaccia, diventa frammentaria e prevedibile, i caratteri dei personaggi non vengono approfonditi, le sottotrame lasciate in sospeso e anche la coerenza della vicenda narrata ne risente, saltando in maniera disorientante da una situazione all'altra, con l'unico, improbabile e discutibile, collante di scenette surreali delle quali francamente non si capisce l'esigenza. Se la narrazione della vicenda umana del protagonista non convince appieno, decisamente delude il pamphlet politico antiberlusconiano che, al di là della sua condivisibilità, risulta fin troppo schematico, semplicistico ed aggiunto in maniera forzata e posticcia ad un finale che diventa una sorta di corpo estraneo in un film che, nell'insieme, risulta confuso, terribilmente irrisolto e, a giudicare dai tanti premi ricevuti, spaventosamente sopravvalutato. Il cast è ricco ma non entusiasma: Silvio Orlando prova a tenere sulle spalle tutto il peso del film ma ci riesce solo a sprazzi, Margherita Buy è un po' più misurata del solito, Jasmine Trinca abbastanza sprecata come anche un autoironico Michele Placido che avrebbe meritato un po' più di spazio. E infine c'è lui, Nanni Moretti, che si ritaglia, forse in maniera fin troppo presuntuosa, il ruolo più complesso di tutti, quello del Caimano, e lo risolve in maniera abbastanza insoddisfacente, replicando senza troppa fantasia la raggelante fissità del perfido ministro (del PSI?) da lui interpretato nei primi anni '90 (anticipando clamorosamente Tangentopoli) ne "Il portaborse" di Daniele Luchetti (sembra davvero che sia passata un'eternità, eppure era solo l'altroieri). Nel complesso trovo che "Il caimano" sia un'opera deludente ed irrisolta: voto mediocre.

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