Regia di Frank Borzage vedi scheda film
Un omicidio è il punto di arrivo di una vita di sofferenze e umiliazioni. O meglio, è una boa alla quale svoltare.
E' una specie noir ad ambientazione campagnola, ridotto nelle scenografie tuttavia, che cerca di andare a fondo della questione della responsabilità individuale nell'omicidio. Il protagonista uccide un uomo, appunto, ma quale ruolo ha il contesto e il passato che hanno preceduto il fatto? L'infanzia difficile, i lutti in famiglia, il bullismo dei suoi compagni di scuola e infine un ultimo dileggio da parte della vittima. Gli viene cioè sputata in faccia una di quelle frasi veramente cattive volte a ferire e a umiliare. Il film dunque sembra ammettere queste circostanze come attenuanti ma non scivola nel giustificazionismo o nel relativismo. L'omicidio è e rimane un crimine, ma va tenuto conto dell'ambiente in cui è maturato, e forse ancora di più conta il pentimento del reo, che non è certo cosa da tutti. E' una veduta che mi trova d'accordo.
Frank Borzage dirige con mestiere e precisione, lasciandosi scappare solo qualche indugio di troppo qua e là. Regista non insolito a scene dure o di violenza, apre la pellicola mostrando l'ombra abbastanza inquietante di un patibolo, e subito dopo una scazzottata piuttosto violenta. Nel resto del film, tuttavia, abbandona le crudezze per preferire i dialoghi e il dramma interiore.
Tra gli attori si distingue la bella ed espressiva Ethel Barrymore. Rilevo infine che il personaggio dello sceriffo è insolitamente umano e positivo.
E' un buon film che riflette e fa riflettere su una complessa questione morale che non si finirà mai di dibattere. PS: si può accostare per certi versi a "A sangue freddo" di Richard Brooks.
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