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Good Morning Babilonia

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su Good Morning Babilonia

di maso
5 stelle

 

 

I più lo considerano il film peggiore dei fratelli Taviani ed anche se preso ed analizzato per il suo valore intrinseco viene spesso massacrato dagli esperti dentro e fuori dal sito, la mia memoria non mi conduce a nessun altro film dei fratelli Taviani, se non Kaos che era però composto da una serie di episodi, per cui posso dire di essere partito con il piede sbagliato per avvicinarmi a questa coppia di registi nostrani ma non sarei eccessivamente critico nei confronti di questo film.

La storia dei fratelli Bonnano artigiani partiti per l'America in cerca di fortuna all'inizio del ventesimo secolo sviluppa qualche spunto interessante sugli emigrati nostrani nella terra dei sogni e l'alba del cinema hollywoodiano che porterà i due protagonisti a creare le scenografie per il classico espressionista di Griffith "Intolerance".

La creatività e l'impegno nel creare gli elefanti è filmato con passione nella sequenza che simboleggia il film ma purtroppo l'impianto narrativo sembra essere un po' schematico e si giunge al termine del racconto senza essersi appassionati più di tanto alle disavventure dei due protagonisti legati dalla fratellanza fino all'ultimo.

La messa in scena è valida e il set ricostruito del film di Griffith nel film dei Taviani fa un certo effetto, soprattutto quando l'occhio dello spettatore può confrontarlo con lo spezzone di "Intolerance" inserito nel montaggio, purtroppo la regia è statica e macchinosa anche se mi pare di intuire che questo sia proprio lo stile minimalista dei Taviani che mi permetto di bacchettare soprattutto nella scelta dei due protagonisti, davvero due attori poco espressivi, Spano in particolar modo fa perder punti al film anche perchè i dialoghi non sono proprio brillanti, avrei scelto due attori italiani giovani piuttosto che due stranieri mediocri altrimenti avrei messo mano al portafoglio ingaggiando due americani di nome come Tim Hutton e Richard Gere.

Charles Dance interpreta D.W. Griffith ed è apprezzabile in un ruolo per una volta non negativo mentre Omero Antonutti compare poco e male.

Il film guadagna quasi la sufficenza grazie alla presenza di due meravigliose attrici come Greta Scacchi e Désirée Nosbuch, entrambe in forma fisica strepitosa sono deliziose in abiti d'altri tempi e si contrappongono in maniera devastante con la loro vitalità agli imbalsamati partners maschili, soprattutto la Nosbuch che è stata un rebus per una buona mezz'ora di pellicola perchè non riuscivo a focalizzare in quale altro film l'avessi già vista.

Il film è "Questo e quello" con Manfredi dove mi aveva folgorato con la sua sensualità, attrice lussemburghese padrona della nostra lingua ha lavorato più in Germania che da noi, peccato perchè carattere ne ha oltre ad una bellezza che stende.

 

 

 

 

 

 

 

 

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