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Gioventù bruciata

Regia di Nicholas Ray vedi scheda film

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La recensione su Gioventù bruciata

di scapigliato
8 stelle

Gli occhi, le mani, la fronte di James Dean. Il ribelle senza causa, padre e prototipo di molti outsider anche recenti, codificato dal metodo di James Dean che allora fu il punto di riferimento di una generazione di attori come Brando e Malden, è l'anima segreta di Nicholas Ray, regista tra i migliori che l'epoca della rifondazione hollywoodiana abbia avuto. Ma se tutti portano nel cuore il suo film è anche e soprattutto per il carisma indescrivibile di James Dean e dei ragazzi che rapprsenta. Ragazzi destinati all'autodistuzione, che siano belli e tormentati, o tormentati e basta, portano nelle trame del film il volto inquieto di una generazione che sembra essersi fermata lì, a quel film, a quella scogliera maledetta, a quel planetario tragico. Una generazione immutata nel tempo, inquieta come lo era sempre stata, ma ora forte di una propria visibilità. I cattivi ragazzi, tra cui anche un giovane Dennis Hopper già votato al ruolo di villain, sono il fulcro dei timori e dei sogni dei teen-agers di tutto il mondo. Ragazzi di poche parole e di molti sguardi rivelatori. Dai pruriti sessuali a volte indicibili, ma comunque teneri, impossibile non amarli. Desiderosi di una comprensione femminile, sessuale, ma anche virile. Una comprensione difficile da spiegare, ma facile da reprimere. Una comprensione che a volte porta un ragazzo a inclinare il proprio cuore, il proprio istinto. E tutto comunque senza un perchè, senza una causa, senza un motivo esemplare o didattico. L'assenza di causa che da il titolo al film è il vuoto affascinante di un'età sospesa, un'età che forse è più una condizione esistenziale che biologica. Non è poesia, perchè la si legge sul volto di James Dean, per gli amici intimi Jimmy. Porta in volto la stanchezza delle domande e dei troppi quesiti, ma con la stessa efficacia porta anche il fascino di una vita "altra", che vuole andare da un'altra parte. Un contrasto che si increspa sulla fronte del Mito. Dopotutto gli aveva lui i proiettili. Lui. Davvero immortale.

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