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The Interpreter

Regia di Sydney Pollack vedi scheda film

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La recensione su The Interpreter

di SalvoVit
8 stelle

 

Ad essere sincero, ho visto questo gran bel film di Pollack come un film fatto di equilibri cinematografici. In 128 minuti di film tutto è constantemente equilibrato, dalla regia alla sceneggiatura, dal montaggio alla recitazione. Pollack, a più di 70 anni, mette in scena un thriller politico estremamente curato, senza sbavature, esagerazioni o banalità.


Silvia è un'interprete che lavora nella sede delle Nazioni Unite a New York. Casualmente, un giorno, riesce ad ascoltare una conversazione telefonica riguardante l'omicidio di un capo di stato africano. Silvia è in pericolo e viene affidata alla custodia dell'agente federale Keller. Ma Silvia non riesce a convincere Keller e quest'ultimo inizia a credere che anche lei faccia parte del complotto.

 


I nomi in gioco sono importanti, Nicole Kidman, Sean Penn e Sydney Pollack per un thriller politico che non è facilmente gestibile, ma la maestria di un Pollack in ottima forma e le capacità di due interpreti (appunto) di gran classe e talento riescono a realizzare un'opera da non perdere.

 

The Interpreter è un film fatto di piccole cose, dettagli. Gli sguardi intriganti e curiosi dei personaggi in gioco, specialmente della Kidman, riescono ad essere funzionali ed interessanti come poche volte lo sono gli sguardi nel cinema. I pochi movimenti di macchina di Pollack sono piccoli indizi e briciole che servono allo spettatore per essere portato dove la storia vuole farlo arrivare.


E', secondo me, interessante il fatto che, alla fine, i personaggi principali in gioco, che all'inizio sembrano autorevoli e sicuri di se, siano invece i più bisognosi di aiuto, di sicurezza, e, probabilmente, cercano di mascherare questi bisogni con la loro quotidianetà, ormai fatta di ideali che sembrano sempre di più decadere ed essere nulli, quasi privi di un'esistenza concreta.


Stiamo parlando di un film scritto con grande maestria e che non lascia nulla al caso. Certo, ci sono alcune piccolezze o sciocchezze tipiche del thriller hollywoodiano, ma qui sono davvero poche e quasi non danno fastidio. Lo spettatore riesce quasi facilmente ad essere trascinato dall'occhio indiscreto di un Pollack che cura ogni dettaglio sempre con gran classe.


Non viene mai cercato il colpo di scena nello sviluppo della storia forzatamente, sembra quasi che sia il colpo di scena stesso a farsi trovare ed in questo modo nulla è forzato o banale, magari sputato sullo schermo solo per accaparrarsi facili consensi da chi cerca solo colpi di scena e thrillerini della Domenica. Il colpo di scena è inserito con maestria e finezza e solo se dovuto ed il finale è ben costruito e coerente così come doveva essere.

 


Ma questo film l'ho visto un puro esempio di grande montaggio. Il montaggio di The Interpreter è strepitoso e accompagna ogni scena magistralmente riuscendo a mantenere la tensione e l'attenzione su ogni singola scena. Il montaggio alternato è usato con una maestria che è difficile trovare nel cinema hollywoodiano moderno. Un grandissimo esempio di cinema e di importanza del montaggio nell'opera cinematografica.


Interessante anche il fatto che non vengono inseriti dettagli e sottotrame inutili o forzate. In The Interpreter non esiste una banale love-story tipica del genere. Ci sono rapporti che si costruiscono, che si formano col passare dei minuti. Ci sono personaggi che pian piano si mostrano e si confessano senza essere forzati. Tutto è calibrato e non si ha mai la sensazione di stare a guardare qualcosa di abbozzato o dovuto. The Interpreter più che un film dovuto è un film voluto e sentito, o almeno così sembra.


The Interpreter è un film adatto a chi non ha voglia di scherzare o di divertirsi. E' un film ben più vicino alle opere di Hichcock, De Palma o al migliore Oliver Stone, piuttosto che ai moderni thriller hollywoodiani. Quindi attenzione. Attenzione ad avvicinarsi a questo film con intenzioni diverse da quelle di vedere un gran bel film, esempio di grande cinema.


The Interpreter deve essere d'esempio a chi vuole fare grande cinema in un mondo in cui, specialmente questa tipologia di film, sembra sempre più essere banalizzata o sempre più anonima.

 

 

The Interpreter non è per nulla anonimo. La firma c'è e si vede, ed è quella di un Pollack che ha voglia di cinema, quello vero.

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