Espandi menu
cerca
Ghostbusters - Acchiappafantasmi

Regia di Ivan Reitman vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Stefano L

Stefano L

Iscritto dal 23 settembre 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 64
  • Post 1
  • Recensioni 585
  • Playlist 3
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Ghostbusters - Acchiappafantasmi

di Stefano L
10 stelle

 

I “ghost hunter” erano un gruppo di singolari cacciatori di spettri, operanti all’inizio del secolo. Uno di loro fu il nonno di Dan Aykroyd; lo showman canadese, ascoltando in giovane età i racconti del progenitore, e stimolato dalle teorie della fisica, decise di scrivere una breve sinossi su tre smaliziati e un po’ incoscienti ricercatori scientifici che si cimentavano in questa esoterica attività. "Ghost Smashers" era il titolo provvisorio, e piacque così tanto al produttore/regista Ivan Reitman che preferì il soggetto ancora seminale del collega al lavoro in sviluppo ispirato al romanzo "The Hitchhiker's Guide to the Galaxy".

 

Inizialmente dovevano essere coinvolti Eddie Murphy e John Belushi; la rinuncia di Murphy per "Beverly Hills Cop", e la tragica dipartita del blues brother, però, posticiparono il progetto. I ruoli dei personaggi cardinali, quindi, passarono ai veterani del "SNL": Bill Murray era lo strampalato e irresistibile Peter Venkman, Harold Ramis l'eccentrico ed iconico Egon Spengler, Aykroyd il bizzarro ed adorabile Ray Stantz. L'outsider Sigourney Weaver, nel frattempo, si prestò nella parte di Dana Barret, la seducente dama di cui si invaghisce Venkman. 

 

Ivan Reitman ha avuto il privilegio di collaborare con degli eccellenti cineasti. Mentre l'hardware consultant Stephen Dan realizzò l'epica attrezzatura, i supervisori di pellicole prestigiose (i sequel di "Star Wars", "Poltergeist") John Bruno, Terry Windell e Richard Edlund, miniaturizzando elettronicamente delle esplosioni, illustrarono (tramite una vivace fotografia di László Kovács) i sollazzevoli effetti, ovvero quelle scie sfavillanti dei flussi sparati dai fantastici acceleratori nucleari (i "proton pack"), e i coni di risucchio delle trappole; gli spiriti, questa volta, rispetto a vecchie commedie soprannaturali quali "Spook Busters" e "Ghost Chasers", o ai corti Disney sul tema ("Lonesome Ghosts"), venivano catturati sfruttando l’energia quantica, per poi essere conservati nell’ancora più misterioso e affascinante "dispositivo di stoccaggio".

 

Le terrorizzanti creature (Slimer, la Grey Lady della biblioteca, i cani mostruosi, lo Stay Puff Marshmallow, e il resto del bestiario), invece, furono modellate con l'aiuto di animatronic (o, in alcuni casi, di stuntman camuffati) dall’aspetto completamente inusuale, e mai stereotipato: grazie all'uso di perspicaci tecniche meccaniche, le entità maligne apparivano inquietanti, tangibili, sinistre, accattivanti. John De Cuir (Oscar per "Cleopatra") le integrò straordinariamente sia nelle location newyorkesi che nelle bellissime scenografie; portentosi sfondi di background, attraverso set enormi ove costruirono delle strutture architettoniche dallo stile squisitamente art-déco (fra queste, il tempio del villain Gozer), valorizzarono altresì la meravigliosa parvenza del lungometraggio. Inutile dire che un production design di tale caratura (comprendente anche la mitica vettura Ecto-1 e il quartier generale con l'insegna raffigurante l'inflazionatissimo, inequivocabile logo del film) rimase da antologia.

 

Le musiche orchestrali sono favolose, e il soundtrack dipana sontuosamente il climax che anticipa lo scontro finale. Elmer Bernstein si è servito della tastiera Onde Martenot e del sintetizzatore Yamaha DX7 per simulare i mugolii onomatopeici degli ectoplasmi, componendo degli spartiti di violino incantevoli, i quali pervennero a intensificare il pathos dei frangenti romantici (ad esempio, nel segmento del corteggiamento di Peter dopo l’esibizione di Dana a Lincoln Center), amalgamandosi encomiabilmente al mood paranormale della storia. Semplicemente magnifico… Il repertorio melodico è provvisto inoltre di canzoni ugualmente incalzanti nel ritmare l'avventura: le hit "Ghostbusters" di Ray Parker Junior, "Cleanin' Up the Town" dei BusBoys, "Savin' the Day" degli Alessi Brothers e "Magic" di Mick Smiley hanno delle risonanze pop ma rendono ogni tassello galvanizzante.

 

L’aspetto migliore, comunque, rimane la chimica incredibile fomentata tra tutti gli attori: l'abilità nelle improvvisazioni di Bill Murray (inimitabile nel suo brillante sarcasmo), gli acutissimi dialoghi in bilico tra genio e pazzia di Dan Aykroyd ed Harold Ramis (audaci luminari sui generis), il talento umoristico di Rick Moranis (Louis Tully) e la sensualità di Sigourney Weaver, rappresentano degli elementi esclusivi ed irripetibili, coadiuvati dalle sortite dei bravissimi secondari, come Ernie Hudson (Winston Zeddemore), William Atherton (il bigotto Walter Peck) ed Annie Potts (la segretaria Janine). La mèsse garantisce un’esperienza di intrattenimento unica, giustificando il fatto che "Ghostbusters" sia amato da adulti, teen-agers e bambini.

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati