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Le colline blu

Regia di Monte Hellman vedi scheda film

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rocky85

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le colline blu

di rocky85
8 stelle

“Abbiamo già guadagnato un giorno di vita. Meglio stanchi che appesi per il collo!”

Tre cowboys di passaggio, Vern (Cameron Mitchell), Wes (Jack Nicholson) e Otis (Tom Filer), chiedono ospitalità per una notte ad un gruppo di fuorilegge che hanno appena rapinato una diligenza e che si sono rintanati in un casolare abbandonato. Quando, al mattino, lo sceriffo e i suoi uomini assediano il casolare, cominciano a sparare su tutti coloro che si trovano lì. Soltanto Vern e Wes riescono a mettersi in salvo, e cominciano una lunga e disperata fuga verso le colline blu, unica ancora di salvezza. Durante la fuga, si fermano in una fattoria e prendono in ostaggio una famiglia, comportamento questo che li pone di fronte a dubbi sulla propria natura non violenta.

Le colline blu fu girato una settimana dopo la fine delle riprese de La sparatoria. La sceneggiatura porta la firma di Jack Nicholson, che è anche co-produttore insieme al regista Monte Hellman (i due avevano fondato la Proteus Film), sotto la produzione esecutiva di Roger Corman. Film-gemello de La sparatoria, come è stato definito dai più, per via del basso budget ma soprattutto per come affronta un genere popolare come il western stravolgendone i canoni. Bisogna inquadrare il film nel contesto storico della metà degli anni Sessanta, quando il genere per antonomasia del cinema americano subiva una profonda trasformazione , ad opera di registi come Leone e Peckinpah che ne mettevano il risalto l’aspetto violento e funereo. Hellman, invece, utilizza il genere per contestualizzare le paure e le ansie di una generazione volta all’erranza. Visti oggi, i suoi due western ci appaiono del tutto in anticipo sui tempi, opere precorritrici della cosiddetta New Hollywood e di pellicole come Easy Rider, Strada a doppia corsia (dello stesso Hellman) o Cinque pezzi facili. Le colline blu fu ignorato dal pubblico alla sua uscita, ma visto oggi se ne possono apprezzare tutti i pregi. La scrittura asciutta e realistica e la regia scarna ed essenziale mettono in scena un mondo quasi senza speranza, nel quale si pagano colpe non proprie. La seconda parte, lenta e riflessiva, pone l’attenzione sui due protagonisti: poveri diavoli innocenti, costretti a scappare e a cercare una disperata salvezza per un reato che non hanno commesso.

 

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