Regia di Tim Burton, Mike Johnson vedi scheda film
Dopo 12 anni di attesa il nuovo lavoro in plastica di Tim Burton è tornato a deliziare tutti coloro che già erano stati incantati da “Nightmare before Christmas”.
Senza fare troppi giri di parole diciamo subito che “La sposa cadavere” è un altro grandissimo film.
La pellicola descrive due ambienti, regni assolutamente opposti: l’universo dei vivi, sfumato nelle tinte fredde di una città, e il pianeta dei morti, fotografato con toni aciduli da club underground. Come in “Nightmare bifore Christmas”, anche qui la passeggiata del protagonista si conclude in un bosco stavolta innevato; Victor, “il diverso burtoniano”, quasi per scherzo recita la formula di un matrimonio che, secondo i genitori degli sposi, s’ha da fare a tutti i costi, dinanzi ad un ramo coperto da un manto bianco. Come per magia, dalle viscere della terra risorge una splendida morta delusa dalle promesse di una unione non avvenuta.
L’autore tocca tematiche importanti quali la spiritualità, il concetto di “relazione” con una leggerezza e un umorismo geniale da lasciare a bocca aperta. In ogni opera di questo regista si celebrano i sogni e gli incubi dei bambini di tutto il pianeta con un’attenzione rivolta al diverso e al suo desiderio di integrarsi in una società che non lo accetta.
“La sposa cadavere” è spassoso ricco di colori più morbidi che rendono il bar frequentato dai defunti un posto da cercare immediatamente dopo essere trapassati. Come un marchio di fabbrica è riconoscibile il gusto del regista per le ambientazioni gotico-vittoriane, dove gli edifici tendono all’imponenza e le ombre surclassano le luci. E se il triste blue domina il mondo dei vivi, giù negli inferi i colori abbondano. Scheletri, corpi putrefatti, animali in libera uscita cantano e ballano come in superficie nessuno osa fare.
Era successo nei suoi due “Barman” dove Joker e Mr. Pinguin primeggiavano in simpatia sull’uomo pipistrello e nuovamente per l’Edward dalle mani di forbice, visto da tutti come un mostro, ma molto più umano di qualsiasi persona “normale”. Ciò che dovrebbe essere horror non spaventa, ma diverte. Al massimo, commuove…Burton e la sua fantasia ci riportano infatti bambini, e così anche la più semplice storia d’amore finisce per farci scendere giù per il viso quella tenera lacrima che solca le guance come su di uno strato di zucchero a velo. Spolveratelo, è magia…
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