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La sposa cadavere

Regia di Tim Burton, Mike Johnson vedi scheda film

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La recensione su La sposa cadavere

di Rosencrantz
6 stelle

No, CORPSE BRIDE non mi è piaciuto, come non mi è piaciuto PLANET OF THE APES (il peggior film che Burton abbia mai realizzato) e nemmeno LA FABBRICA DEL CIOCCOLATO: se il secondo fa caso a sè (pellicola prettamente alimentare), gli altri due sono la dimostrazione (per me, sia chiaro) di come Burton sia diventato il manierista di sè stesso, si ripete e si autocita all'infinito, incastrato nei luoghi comuni del suo cinema che mancano del tutto dell'entusiasmo e della carica "di rottura" che aveva in passato.
E questo film ne è forse l'esempio più lampante, una caricatura di NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS (ricalcato persino nei singoli personaggi e nelle musiche) in cui la tecnica straborda (una stop-motion digitalizzata che di "artigianale" non ha più nulla, fascino e "sense of wonder" inclusi), in cui la "poetica del freak" è di pura facciata (come sempre ognuno deve stare al suo posto, ma stavolta tutto finisce a tarallucci e vino), e alla fine Burton dimostra solo di amare sè stesso alla follia, altro che gli "spostati" delle sue Opere precedenti, poesia pret-a-porter peggio che in un film di Benigni.
In NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS alla fine si dimostra l'incompatibilità totale dei due mondi, in CORPSE BRIDE fra i due mondi c'è la possibilità di una convivenza pacifica (la sequenza finale), pur scegliendo alla fine di essere separati: un passaggio ideologico che può apparire superficiale, ma che nella "poetica Burtoniana" è un ulteriore passo verso la conformizzazione che tanto mostrava di detestare in passato.
La vicenda personale di Emily è drammatica, certo, ma ricalca quella di EDWARD MANI DI FORBICE in uno dei tanti, troppi manierismi di Burton, ed è inserita in un contesto quasi Disneyano che, personamente, trovo irritante in un autore come questo che si era dimostrato "diverso" mentre ora veleggia verso l'addomesticazione.
E poi, scusate, ma non posso perdonargli di aver scaricato la superba Lisa Marie per quella sciacquetta insignificante della Bonham-Carter (che già aveva fatto danni all'amato Branagh): un altro passo dalla "sana" diversità verso il conformismo.
Sia inteso, non è un film orrendo, si lascia vedere e alla fine è molto più piacevole di tanto ciarpame che gira nelle sale da anni (ecco il perchè del "sufficiente" come voto), ma Tim Burton ha dimostrato di sapere fare molto ma molto meglio, e francamente se da un Carpenter o un Craven posso accettare prodotti "minori" (FANTASMI DA MARTE il primo, RED EYE il secondo), da Burton proprio no.

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