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Emanuelle nera nº 2

Regia di Albert Thomas (Bitto Albertini) vedi scheda film

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La recensione su Emanuelle nera nº 2

di mm40
2 stelle

Il primo e l'ultimo film interpretato da Sharon Lesley (Shulamith Lasri, all'anagrafe) è questo Emanuelle nera n°2, pellicola che a conti fatti può vantare solamente un elemento comune con l'Emanuelle nera uscita solo qualche mese prima: e cioè il regista, Bitto Albertini. Per il resto è cambiata la protagonista - e la Lesley non fa rimpiangere la Gemser: forse meno fine nei lineamenti, ma doppiamente zinnuta rispetto a lei (altre doti non erano richieste per questo genere di ruoli) - e perfino la storia non ha nulla a che fare con l'epopea della fotoreporter ninfomane omonima; questa Emanuelle è invece una modella (ovverosia è passata dall'altra parte della macchina fotografica) e soffre di disturbi psichici, al contrario della spensierata leggerezza di costumi pseudofemminista perfettamente 'sana' della Emanuelle-Gemser. In ogni caso, il punto focale è il medesimo: che la ragazza al centro del film deve avere una necessità smodata di accoppiarsi con tutto ciò che si muove attorno a lei (anche se qui la bisessualità aperta dell'altra Emanuelle manca); la ricetta però non va oltre a tali e tanti ingredienti. Presenti nel cast anche Angelo Infanti, Don Powell e, in ruoli minori, Dagmar Lassander e Attilio Dottesio; sceneggiatura del regista e di Palmambrogio Molteni. Rispetto al precedente Emanuelle nera l'erotismo è lievemente limitato (là c'erano anche scene porno, inserite ad hoc), ma non ci si lasci ingannare dall'ambientazione ospedaliera e dal sottofondo psicanalitico della trama: questo N°2 è un lavoro di serietà molto modesta, che trova anzi il suo momento clou nella scena in cui un energumeno superdotato (ripreso di spalle) appende e fa dondolare al suo membro un'ancora di 12 kg di peso (!). Musiche - non male - dello stesso Don Powell. 2/10.

Sulla trama

Emanuelle è una fotomodella in crisi; ricoverata, uno psicanalista la cura con la massima attenzione e cerca di approfondire la sua storia personale: dal padre alcolizzato al matrimonio fallito, a quella volta che un amico le salvò la vita a Beirut.

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