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La fabbrica di cioccolato

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su La fabbrica di cioccolato

di AlbertoBellini
8 stelle

 

Rimasto a lungo isolato dalla sua famiglia, Willy Wonka lancia un concorso mondiale per selezionare l'erede del suo impero di cioccolato. Cinque ragazzi fortunati tra cui Charlie Bucket trovano il "Golden Ticket" nelle barrette di cioccolato Wonka, vincendo cosi una visita guidata nella sua leggendaria fabbrica, in cui nessuno è più entrato da ben 15 anni.

 

"Questa è la storia di un normalissimo bambino di nome Charlie Bucket. Non era più veloce, più forte o più intelligente degli altri bambini. La sua famiglia non era né ricca, né potente, né influente, a dire il vero, avevano a malapena di che mangiare. Charlie Bucket era il ragazzino più fortunato del mondo, ma non lo sapeva ancora."

 

Se dovessi giudicare quest'opera con occhi soggettivi e, di conseguenza, bambineschi, "Charlie and the Chocolate Factory" si prenderebbe il massimo dei voti senza esitazione, essendo un film che mi ha "letteralmente" cresciuto e accompagnato nel mio percorso d'infanzia. Ma ora sono più "grandicello" ed è giusto dare giudizi quantomeno un po' più "oggettivi". Remake di "Willy Wonka and the Chocolate Factory", del 1971, tratto a sua volta dal romanzo di Roald Dahl, "Charlie and the Chocolate Factory" (in Italia "La Fabbrica di Cioccolato") rappresenta per molti l'inizio del declino artistico di Tim Burton. Non starò qui a dire quanto queste affermazioni siano, per me, sbagliate e false, dato che l'ho già ribadito molte volte. Si tratta di un remake, è vero, non tutti gradiscono i remake (me compreso), soprattutto se l'opera originale è già, di per sé, perfetta. Ma "Willy Wonka and the Chocolate Factory" non era un film perfetto, anzi. Avendo a disposizione un budget di "soli" 3 milioni, Mel Stuart dovette lavorare con il poco che possedeva. Di fatti, la regia, i costumi e le scenografie risultano, dopo tutti questi anni, scadenti e "televisive". È impossibile negare che "Charlie and the Chocolate Factory" sia un'opera geniale esteticamente, un lato che Burton ha, da sempre, curato con una perfezione millimetrica. In ogni singola inquadratura è presente una geniale invenzione visiva che lascerebbe a bocca aperta chiunque, a cominciare dalla sequenza iniziale: in primo piano, la casa storta di Charlie, ed in lontananza, la fabbrica. E chi non ha mai sognato di trovare il "Golden Ticket" all'interno di una tavoletta di cioccolata per visitare la fabbrica? Chi non ha mai sognato di nuotare nel fiume di cioccolata, di utilizzare quegli strani aggeggi presenti nella stanza degli esperimenti, di accarezzare i "teneri" scoiattoli o di entrare in TV e far parte di un film? Trovandomi di fronte ad una perfezione visiva come questa, capite bene che rimango allibito se leggo "il declino Burtoniano". Per non parlare degli intermezzi musical realizzati dagli Umpa-Lumpa e la colonna sonora composta da Danny Elfman. "Charlie and the Chocolate Factory" è una pellicola semplice, ma allo stesso tempo complessa: oltre a racchiudere in sé tantissimi generi cinematografici che la distolgono completamente dal tempo, è presente una lieve ma incisiva critica "Burtoniana" alla società. Gene Wilder, che aveva intepretato Willy Wonka nell'opera originale, lascia le vesti del cioccolataio a un Johnny Depp che, seppur convincente nel ruolo, comincia a trasmettere i primi segni di "zoppicamento". Freddie Highmore, Philip Wiegratz, Jordan Fry, AnnaSophia Robb e Julia Winter interpretano, rispettivamente, Charlie, Augustus, Mike, Violetta e Veruca, i cinque bambini "eredi" della fabbrica. Sono presenti poi Christopher Lee (Wilbur Wonka), Helena Bonham Carter (Mrs. Bucket), Noah Taylor (Mr. Bucket), Deep Roy (Umpa-Lumpa), David Kelly (Nonno Joe), Missi Pyle (Mrs. Beauregarde), James Fox (Mr. Salt), Adam Godley (Mr. Tivù) e Franziska Troegner (Mrs. Gloop).

"Charlie and the Chocolate Factory" è un'opera magnifica e magica, che andrebbe guardata con gli occhi di Edward in "Big Fish", lasciando da parte la realtà per un attimo e immergendosi nella fantasia. 

 

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