Regia di Tim Burton vedi scheda film
Di certo non si può rimproverare a Tim Burton il fatto che non sappia, nei suoi film, creare sequenze visive mozzafiato, giocando superbamente su luci, forme e colori. Tuttavia questo film dimostra che a volte il tecnicismo deforma lo spirito delle migliori opere. In questa pellicola si trova ben poco di quanto il genio creativo di Roald Dahl avesse creato nel suo omonimo capolavoro letterario; in esso, infatti, l'autore aveva inserito l'elemento fantastico (che qui Burton traspone abbastanza bene) non perdendo di vista, però, i personaggi e il loro sviluppo. Burton, invece, crea un'opera fatta di insopportabile astrattezza, in cui (quasi) tutto è sregolato e privo di logica. Le "esternazioni" musicali degli Umpa-Lumpa (qui deturpati imperdonabilmente rispetto a quelli vispi e allegri del libro) sono addirittura irritabili; il personaggio di Willy Wonka, reso nel libro così affascinante proprio dal fatto che non si sapesse nulla circa il suo passato, è nel film trasformato in un individuo ben lontano da quello allegro e spensierato di Dahl: pieno di complessi e insicurezze, imprevedibile e fin troppo infantile nei suoi comportamenti (non parlando poi del ridicolo taglio di capelli). Sebbene Johnny Depp ci regali un'interpretazione davvero sorprendente, propria della sua personalità versatile, l'eccessiva visionarietà fa perdere al film il contatto con la realtà, facendolo fuggire in un immagginario totalmente sregolato da essa. I bambini che visitano la fabbrica, grottesche e geniali incarnazioni di vizi e virtù giovanili nel libro, sono qui ridotti a degli stereotipi, freddi e senza spessore. Nulla da aggiungere, però, a quanto già detto circa le straordinarie ambientazioni e gli sfavillanti costumi dei protagonisti.
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