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Il gabinetto del dottor Caligari

Regia di Robert Wiene vedi scheda film

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La recensione su Il gabinetto del dottor Caligari

di Cocchan
10 stelle

Pellicola imprescindibile, carica di tensione emotiva e artistica. Visivamente ineccepibile con un intreccio attualissimo nonostante la datazione 1920.

Data la mia passione per il cinema, ultimamente sto approfondendo tutto ciò che ha a che fare con la sua storia e origine, addentrandomi nel mondo dei film muti. Di esperienza ne ho ben poca: a parte The Artist (del 2011, che ho apprezzato ma non in maniera spasmodica), nel vero e proprio cinema muto mi devo ancora cimentare. Una sera il mio ragazzo mi ha fatto vedere Il carcerato n.13 di Buster Keaton (suo artista preferito), che purtroppo non mi ha coinvolto particolarmente, confermando quello che più temevo: il fatto di non riuscire ad apprezzare un modo di esprimere cosi' datato e poco attuale, con strumenti molto distanti ai quali sono abituata; dopo anni e anni di effetti speciali, trame intricate, dialoghi più o meno brillanti, immagini mozzafiato... come avrei potuto apprezzare un modo così semplice e diretto di fare cinema? Come fare a capire e divertirsi con un genere come lo slapstick, fatto di piccole gag, dopo lo svezzamento a immagini ben più incisive?

Ma la sottoscritta non si fa certo così intimidire: ho cambiato continente (America? Torniamo alla vecchia e cara Europa), genere (da cronica assuefatta di dramma e horror quale sono) e modalità di espressione (dalla gag schietta e diretta al claustrofobico senso d'ansia). Sono approdata alla visione de Il gabinetto del dottor Caligari.

 

Non posso fare una recensione tecnica, fredda o distaccata di questo gioiello, non ne ho le capacità conoscitive (come ho detto a inizio recensione, sono ancora una profana e quindi rimando a chi ne sa piu' di me, come a spopola e alla sua bellissima recensione o ai vari saggi) e soprattutto emotive: la "devastazione" interiore che ha provocato in me questa pellicola è stata totale. Visivamente potentissimo, mi sono ritrovata una serie di immagini che non so come altro definire se non ARTE: le ambientazioni che rimandano all'espressionismo tedesco (vie come budelli intricati, tetti come guglie gotiche appuntite, pareti fuori piombo, stanze e finestre trapezoidali, angoli acuti, prospettive distorte e accentuate) sono una "gioia" (in termine lato, perché tutto trasmettono meno che serenità); la caratterizzazione fisica dei personaggi, con trucchi marcati ed esagerati rimandano al mondo circense del mimo (e del tema dell'esposizione fieristica); la colonna sonora così perfettamente adatta; lo stile degli intertitoli anch'essi espressionisti, aguzzi e tragici... potrei andare avanti all'infinito a decantare la totale bellezza di questo film, senza nemmeno addentrarmi nel merito dell'intreccio e dei temi affrontato (la malattia mentale, lo sdoppiamento tra reale e immaginario, la critica al potere, l'amore, la pazzia sono tutti temi decisamente attuali).

Devo comunque sottolineare il fatto che ho avuto la fortuna di guardare la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, che ho amato moltissimo: mi e' sembrato di vedere un film realizzato negli ultimi due anni da quanto alta era la qualità dell'immagine e del sonoro.

 

Conrad Veidt, Lil Dagover

Il gabinetto del dottor Caligari (1920): Conrad Veidt, Lil Dagover

 

Insomma per me questo film è stato come una catarsi: lo scioglimento interiore di sentimenti, l'apertura verso un mondo nuovo tutto da scoprire, la voglia ancora più accentuata di saperne di più, ancora di più e sempre di più su questo fantastico e unico mondo che e' il cinema.

 

 

 

Postilla. A chi leggera' questa mia "recensione" e che conosce la pellicola, avrei qualche domanda:

1. Nella versione originale, l'uso del colore di fondo per distinguere il giorno e la notte, era presente? O e' stata una licenza poetica della versione restaurata bolognese (o di qualsiasi versione precedente)?

2. Il sonoro e' l'originale? Intendo le composizioni musicali della versione restaurata che ho visto: le ho trovate talmente attuali da crederle quasi sorprendenti per essere risalenti agli anni '20.

3. Avendo cosi' apprezzato questa pellicola, chiedo a chi ne sa piu' di me qualche consiglio per addentrarmi nel cinema tedesco espressionista: per il momento sto facendo riferimento alla figura di Conrand Veidt e appunto a qualche titolo collegato al momento storico (ad esempio sto cercando di recuperare Der Golem). 

4. Inoltre sarei interessata in particolare a pellicole che abbiano come componente fondamentale la parte architettonica, come le scenografie di Hans Poelzig da lui progettate proprio per Der Golem: qualcuno sa di architetti/artisti tedeschi/altro che hanno contribuito a film?

5. Per la serie son dura ma non mollo: a tema Buster Keaton cosa mi consigliate? E di Harold Lloyd?

6. Spaziando nel muto, per una profana e dilettante quale la sottoscritta, quali sono i titoli principali da affrontare per addentrarsi nel mondo?

Grazie a chi avra' la pazienza e cortesia di rispondermi e condividere con me le sue esperienze.

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