Regia di Greg McLean vedi scheda film
Un bel film che trascende il genere horror. Spietato e affilato come una lama di rasoio. Dialoghi e messa-in-scena sembrano elementari ma in realtà sono densi di memoria cinematografica e rifuggono dai luoghi comuni giocando con la nostra memoria orrorifica. Innanzi tutto non vuole essere un giro nel tunnel dell'orrore. E' possibile che l'uomo sia anche questo? Sì! E' successo tante volte. Se noi solo ripensiamo alla strage di Erba. Nel film si cita la guerra del Vietnam come in un altro horror di Abel Ferrara. Quì, i ragazzi sono ragazzi normali con tutta la loro ingenuità e superficialità, non divi in pectore che recitano con quell'aria di sentirsi lanciati nel fantastico mondo dorato di Hollywood. Non infilano frasi ben calibrate o ad effetto una dietro l'altra. La partecipazione visiva è più importante. Mentre negli horror-splatter convenzionali ti aspetti e desideri vedere i corpi straziati nei modi più originali, quì, ti auguri che i protagonisti ce la facciano a scappare dalle grinfie del predatore umano, recitato benissimo e che ho trovato più inquietante di Javier Bardem nel film dei Coen. Il male ci obbliga a confrontarci con la vastità misteriosa della natura. La sceneggiatura evita deotologicamente, ogni tipo di spettacolarizzazione secondo uno schema caro ad Hollywood, forse, anche perché la storia è ispirata alla realtà.
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