Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Hitchcock torna nella patria Inghilterra e realizza a 73 anni di età l'ultimo dei suoi capolavori. Film costruito con l'ingegno tipico del Maestro e con alcuni tocchi di classe davvero unici.
La seconda metà degli anni '60 aveva riservato a Hitchcock più luci che ombre, con tre film (“Marnie”, “Il sipario strappato” e “Topaz”) che non avevano neanche lontanamente avvicinato l'enorme successo commerciale dei titoli che li avevano preceduti. E così il Maestro era passato nel breve volgere di un lustro dal poter chiedere ciò che voleva agli studios all'esser costretto a tornare nella natìa Inghilterra affinché il suo ultimo film potesse vedere la luce. Hitchcock aveva in quel momento 73 anni e mancava in Patria da più di 20. “Frenzy” si dimostrò un'eccellente pellicola sotto tutti i punti di vista, costruita con quell'ingegno che richiamava l'Hitchcock dei primi lavori hollywoodiani trent'anni prima. Da manuale, ad esempio, la scena in cui il killer entra in casa accompagnato da quella che sappiamo essere la sua prossima vittima e la telecamera che li aveva seguiti fin sull'uscio incomincia a retrocedere, tornando sui suoi passi anziché entrare con la coppia. Sir Alfred fa il suo immancabile cameo nella primissima scena, tra la folla che ascolta il discorso sulle rive delTamigi, appare anzi due volte, la seconda di tre quarti in primo piano.
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