Espandi menu
cerca
A History of Violence

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Sandy22

Sandy22

Iscritto dal 15 gennaio 2015 Vai al suo profilo
  • Seguaci 12
  • Post -
  • Recensioni 35
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su A History of Violence

di Sandy22
8 stelle

Tom Stall (Viggo Mortensen) gestisce una tavola calda, è un marito innamorato e un padre affettuoso. La sua vita però è destinata a cambiare, o meglio a tornare indietro nel suo passato, quando uccide a sangue freddo due criminali intenti a rapinare il suo ristorante ed eliminare i presenti. Questa è la miccia che fa esplodere una serie di ulteriori atti di violenza e che porterà alla scoperta di qualcosa che Tom tentava disperatamente di nascondere e reprimere. 

 

David Cronenberg indaga con il suo stile freddo e abile la violenza in tutti i suoi aspetti e racconta una storia (una storia di violenza appunto) che scava in profondità e pone allo spettatore molti più interrogativi rispetto all'apparente linearità del film. Innanzitutto, appare chiara la visione cinica e pessimista che il regista canadese ha dell'uomo, creatura bestiale e crudele, essere istintivamente portato alla violenza, anche se grazie alla volontà e alla razionalità riesce a reprimere l'istinto animale che lo caratterizza, ma solo fino a un certo limite. E' questo processo di tensione-repulsione per la violenza che muove il protagonista attraverso lo svelamento della sua reale identità: Tom si rivela essere un ex-criminale che, stanco di quello stile di vita, ha cercato di "uccidere" la sua metà crudele per poi costruire un alterego "buono"; una sorta di revisitazione del racconto William Wilson di Edgar Allan Poe, un gioco sul tema del doppio. Una doppiezza si ritrova anche nel confronto padre-figlio, in cui il ragazzo è un alterego giovane del padre: inizialmente tormentato dai compagni bulli di scuola, il ragazzo è deciso a non reagire alle provocazioni, si astiene dalla violenza, rinuncua volontariamente a seguire l'istinto primordiale, così come il padre decide volontariamente di essere un'altra persona. M nel momento in cui non è più possibile tenere a freno gli impulsi, il ragazzo dà sfogo a tutte le frustrazioni, esplode in un inevitabile crescendo di violenza.

 

E dunque A History of Violence, oltre a essere un ottimo film di Cronenberg, è un'analisi su questa nostra doppiezza, fatta di luci e soprattutto di ombre. Ma non è solo questo: è anche la storia di un Paese, la Storia dell'America che nasce con un atto di prepotenza, bagna le sue radici di sangue e continua sulla strada della violenza, fino alla contemporaneità in cui un uomo che stermina a sangue freddo un altro uomo, per legittima difesa, viene considerato un eroe. E così anche la scena finale potrebbe essere interpretata sotto il segno della metafora: se Tom che torna a casa, dopo aver regolato i conti con il passato, viene accettato dalla famiglia, allora la Violenza viene in qualche modo accettata dall'America. In questo senso, l'accettazione di Tom non è un atto di perdono, bensì un atto che conferma e alimenta la history of violence. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati