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Sin City

Regia di Robert Rodriguez, Frank Miller vedi scheda film

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La recensione su Sin City

di Decks
7 stelle

Una città nera, dove la notte la fa da padrona, e non si vergogna a celare i suoi peccati che tingono quell'oscurità con colori accesi, quali il bianco cadaverico della neve e dei dettagli, il rosso del sangue che sprizza da ogni dove e persino il "giallo" della perversione. Un luogo così non poteva non essere girato dal maestro degli eccessi Robert Rodriguez, insieme a Frank Miller, autore del fumetto, permettendo persino di girare una scena al ben conosciuto Quentin Tarantino.

Ed è proprio la grafica accattivante delle scenografie quella che più colpisce lo spettatore, trovandosi catapultato in un originale bianco e nero, di una nitidezza che raramente è possibile trovare in altri lungometraggi. Si rimane ammaliati dall'uso della colorazione per le piccole cose, e ancor più colpiti da quella violenza così esuberante, a livelli che solo Rodriguez sa fare, acuita ancor più dalle scenografie.
Le sceneggiature scegliendo di prendere direttamente i testi dell'omonimo fumetto, caratterizzano maggiormente i personaggi, rendendo delizioso il loro battersi (sempre) egoistico. Mai volto al bene, e finendo inesorabilmente invischiati in quel nero crimine simile al "catrame" della notte. Una città corrotta ovunque, dove persino un poliziotto volto al rispetto della legge, agisce per la sua amata Nancy. La narrazione interno-mobile poi, aiutata da un montaggio tarantiniano, riesce ancor più a far apprezzare i personaggi, grazie ai loro lunghi monologhi interiori, esaminando un io dove un barlume di felicità non riesce a sopravvivere nell'immensità di un male oscuro, che impregna loro stessi, oltre che palazzi, vicoli e periferie.
 

Abbiamo però di fronte una storia che pur possedendo buone scenografie, caratterizzazioni e sceneggiature, è nel complesso molto sottile. Essa è volta più alla spettacolarizzazione che ad un maggior intreccio, e più che un noir, sembra di trovarsi di fronte ad un supereroistico, dove personaggi (troppo) invincibili, affrontano frotte di nemici uno più sadico dell'altro. E' una fortuna che la tecnica registica di Rodriguez riesca a rendere piacevole la disgustante violenza con un tocco di originalità, ma alla fine persino questo stufa, come accade nell'episodio di Marv. Sono qui le pecche più consistenti. Eccessivo dilungamento, sottigliezza e un ritmo che non raggiunge i livelli di epicità degli altri episodi, ma che anzi, tedia lo spettatore costretto a vedere continue prove di forza e inarrestabilità di Mickey Rourke. Un peccato visto che l'attore non se la cava male. Già meglio l'episodio di Hartigan, grazie a delle buone idee, ma che soffre anch'esso degli stessi problemi del precedente. Per fortuna il terzo episodio risolleva il lungometraggio, che nonostante l'espressività monofacciale e la goffaggine di Clive Owen, convince grazie alla parte di Benicio del Toro e ai sanguinosi scontri alla "Kill Bill", con una buona miscela di esuberanza ed action, accompagnati da un intreccio che seppur scontato è per lo meno guardabile.


Un film che con le sue esagerazioni visive ben dirette dalla regia di Rodriguez, i colori delle scenografie e ottime sceneggiature e metodi di narrazione possiede buoni aspetti che purtroppo vanno a scontrarsi con un tipo di cinema che tralascia la trama a favore di un'azione troppo invasiva, e una fedeltà al fumetto che purtroppo non è apprezzabile causa il dilungamento che gli apporta, trascinandosi i difetti caratteristici di questa scelta (calo di ritmo e noia) ma anche degli eccellenti elementi tarantiniani.

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