Espandi menu
cerca
SS lager 5 l'inferno delle donne

Regia di Sergio Garrone vedi scheda film

Recensioni

L'autore

undying

undying

Iscritto dal 10 giugno 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 124
  • Post 41
  • Recensioni 2986
  • Playlist 58
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su SS lager 5 l'inferno delle donne

di undying
5 stelle

Gemello dell'altrettanto delirante titolo che è Lager SSadist kastrat kommandatur ma molto più feroce, spietato e disturbante...

 

locandina

SS lager 5 l'inferno delle donne (1977): locandina

 

All'interno di un lager femminile indefinito  (probabilmente l'SS 5 del titolo) giungono nuove deportate, prontamente smistate per due diverse destinazioni: una specie di bordello concepito per dispensare "meritato" passatempo ai soldati tedeschi o, di male in peggio, deprimenti stanze di ospedale come cavie da sottoporre ad allucinanti esperimenti di vivisezione, condotti malvolentieri dal dottor Abraham (Attilio Dottesio), geniale mente medica (ebrea) che i nazisti hanno preferito utilizzare -anziché eliminare- con la forza del ricatto. Anche Edith (Paola Corazzi), figlia di Abraham, è infatti dispensata da violenze e torture. 

Mentre nei circoli ufficiali, tra un festino e l'altro Alina (Rita Manna), ragazza di colore, entra nelle grazie del colonello Strasser (Giorgio Cerioni) la ferocia del tenente Hans (Serafino Profumo) trova modo di esplodere sulle detenute quando quattro ragazze vengono sorprese durante un tentativo di fuga...

 

scena

SS lager 5 l'inferno delle donne (1977): scena

 

"Per la scienza, per il conforto dei nostri eroici soldati, la vostra vita di parassiti e di nemici del Reich può avere un nobile scopo che riscattera' la vostra colpa. Per la possibilità di essere utili alla vittoria finale, che in questo momento vi viene offerta così magnanimamente dal comando di questo campo, dovrete esprimere la vostra gratitudine con una completa e immediata obbedienza. Sarete selezionate secondo le vostre attitudini. Ogni rifiuto sarà considerato ribellione, e sarà punito in maniera adeguata": così il perfido tenente Hans (Serafino Profumo, qui non solo dotato di physique du rôle fascistoide ma pure anche in perfetta sintonia interpretativa) accoglie le nuove arrivate al campo di concentramento.

 

scena

SS lager 5 l'inferno delle donne (1977): scena

 

I titoli di testa, accompagnati da una melodrammatica colonna sonora (composta come già per Lager SSadist ... da Pregadio), si sviluppano su reali foto provenienti da campi di detenzione, con fosse comuni, corpi scheletrici condotti ai forni crematori e altre atroci testimonianze del delirio fascista, lasciando per un attimo intendere che forse gli autori del film vogliano farne documento critico e costruttivo per gettare luce sugli orrori di cui la mente umana è capace. Ma è solo questione di pochi secondi, perchè il discorso fatto dal perfido tenente declina (palesemente) che l'indirizzo della pellicola è decisamente un altro.

 

scena

SS lager 5 l'inferno delle donne (1977): scena

 

Sergio Garrone, fratello del più noto attore/doppiatore Riccardo, si è distinto in questo sotto-filone (che ibrida erotismo e horror) per la regia di questo SS Lager 5 e del delirante (sin dal titolo) Lager SSadist kastrat kommandatur. Essendo le due pellicole girate back to back (medesimo il cast tecnico e così quello artistico) valgono le considerazioni già fatte per il precedente titolo con una differenza: qui il regista insiste ulteriormente su dettagli gore e splatter, in particolare nella delirante ultima mezz'ora durante la quale quattro prigioniere vengono torturate a morte con insistita violenza e particolarità di dettagli pressochè unici nel genere (forse solo Ilsa, la belva delle SS lo si può accostare in questo poco lodevole primato).

 

scena

SS lager 5 l'inferno delle donne (1977): scena

 

Vedere unghie estratte con le pinze, una lingua estirpata, o un guanto uncinato eviscerare delle vittime innocenti torturate senza sosta, infonde una tristezza senza limiti, considerato il contesto verosimilmente storico nel quale la vicenda è inserita. Ma Garrone fa anche di peggio e aggiunge dissacranti parole fatte pronunciare dal sempre più antipatico (e disumano mentre scorre il tempo) Hans che vengono sovrapposte a reali foto di vittime nei campi di sterminio (in parte già esposte nei titoli di testa). Quando i medici (?!) reclamano altre prigioniere per svolgere i loro "esperimenti" si sentono negare la disponibilità causa questa incredibile motivazione:

"Sono sei mesi che questi esperimenti sono in corso. Sono state usate più di mille prigioniere, per un valore che supera il milione e mezzo di marchi (...) È stato calcolato dai nostri esperti che ogni prigioniero ha una vita media di nove mesi. E che noleggiarlo alle fabbriche per sei marchi al giorno, tolte le spese di vitto e di vestiario, rende un netto di cinque marchi e sessantacinque. Per un totale di millecinquecento marchi cadauno. Senza calcolare l'oro dentale, i capelli, il denaro, gli oggetti di valore e il vestiario che indossano all'arresto. Al ricavato si può aggiungere quello dell'utilizzazione delle ossa e delle ceneri".

 

scena

SS lager 5 l'inferno delle donne (1977): scena

 

Che altro si puo aggiungere? Che il basso budget (i dottori rimuovono lembi di pelle con pinzette per le sopracciglia!) e certe disattenzioni  (sulla divisa di Hans la svastica è orientata al contrario facendo sorgere il lecito sospetto che si tratti dello stesso costume di scena utilizzato sul set de La bestia in calore) non frena quel certo qual senso di disagio -e di crescente malessere- dettato dall'ottima capacità di cui, inevitabile negarlo, Garrone dispone in ruolo di regista. Mentre l'uso degli stessi interpreti dona continuità ad un discorso volutamente retorico: Dottesio qui come in Lager SSadist è un dottore ebreo mentre Giorgio Cerioni è ancora il colonello (anche se stavolta non necessita di trapianto). Tanta violenza esibita con compiaciuto accanimento vorrebbe essere, in maniera bigotta o comunque finto moralista, affievolita dalla ruffiana (ed evidentemente forzata), didascalia che chiude il film al posto dei titoli di coda  (assenti):

"... perchè la follia è ancora tra noi ... perchè il seme di Caino non è stato estirpato; perchè tra gli uomini si aggirano ancora le belve assetate di sangue... valga il ricordo di chi ha pianto, di chi ha sofferto, di chi ha tutto pagato".

Visto l'uso che il regista ha fatto di immagini tristementi reali... qualcosa proprio non torna.

 

scena

SS lager 5 l'inferno delle donne (1977): scena

 

Curiosità 

Durante un tentativo di fuga quattro recluse tentano di evadere passando per un forno crematorio: vengono bloccate a rinchiuse all'interno, quindi bruciate vive. L'effetto dei corpi che scattano sotto l'influsso delle fiamme sembra identico ad una sequenza  (forse di repertorio?) già proposta da Garrone in Lager SSadist (lì però si trattava di cadaveri).

 

scena

SS lager 5 l'inferno delle donne (1977): scena

 

Paola Corazzi: una stella brillante che ha attraversato il cinema bis 

"Chiedevo Charlotte Rampling e mi davano Paola Corazzi..." 
Sergio Garrone si è così espresso in relazione al famigerato duetto di pellicole nazi da lui dirette (Lager SSadis kastrat kommandantur ed il successivo SS Lager 5 - L'inferno delle donne). La Corazzi, presente in entrambe le pellicole citate, debutta nel decamerotico di Italo Alfaro (Canterbury proibito, 1972), presente nel segmento Storia d'amore (è la veneta che, incerta tra due spasimanti, vien posseduta dal terzo). Appare poi ne I giochi proibiti dell'aretino Pietro (1973) di Piero Regnoli (episodio La suora birichina). La si intravede quindi, arrivata con breve passo, alla Commedia SexyMario Siciliano la ingaggia nel 1975 per il suo Una vergine in famiglia e nel complementare (per via dell'omonimo cast e della stessa regia) Campagnola bella (1976). 

 

scena

Una vergine in famiglia (1975): scena

 

Va da sè che il meglio che è capitato all'attrice, purtroppo in soli ruoli secondari o quasi da pura comparsa, lo hanno realizzato Brunello Rondi (Tecnica di un amore e Valeria dentro e fuori) e Mauro Bolognini (Per le antiche scale). Il ruolo d'attrice principale lo ottiene, appunto, nei film nazi diretti da Garrone ed è costretta -in entrambi i casi- a rivestire i panni di prigioniera da lager, costretta a subire sevizie ed imposizioni (spesso a carattere sessuale).

 

scena

I ragazzi della Roma violenta (1976): scena

 

Non le andrà meglio ne I ragazzi della Roma violenta (1976, Renato Savino), liberamente ispirato ai tragici avvenimenti noti come "delitto del Circeo"; qua l'attendono botte, sevizie e soprusi, sino alla ferale conclusione (annegamento, post-stupro, in un acquario). Qualche anno a seguire e, nel 1980, Bruno Mattei la (ri)mette a nudo (nei panni d'una suora sadica) ne La vera storia della monaca di Monza, nel quale, pur se avanti con l'età, la Corazzi predomina, per fascino, sulle più giovani colleghe. La stellina di tanti titoli "bis" si affievolisce nel 1985, quando brilla fioca nel mediocre Maladonna (1985, Bruno Gaburro) per poi spegnersi definitivamente nel poliziesco televisivo A viso coperto.

 

locandina

La vera storia della monaca di Monza (1981): locandina

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati