Regia di James Whale vedi scheda film
Il secondo adattamento cinematografico del romanzo della Shelley, subisce l’influenza del dramma teatrale britannico omonimo di Peggy Webling, aggiungendo il tema dello scienziato che assume il ruolo del creatore (per inciso, in Shelley non si parla di elettrodi e fulmini). Piace tuttora del Frankenstein di Whale, la verticalità insistita della scenografia, il gusto per l’ambientazione ottocentesca europea (che a Hollywood, era sempre sinonimo di incubo), lo sviluppo compiuto di tutti i temi in gioco, una certa delicatezza nella figura del mostro che non ha perso efficacia nonostante gli anni. Rimangono tutta una serie di incongruenze narrative (sul piano spaziale) che non dovrebbero aver preoccupato più di tanto il pubblico dell’epoca, spaventato dalle aggressioni della creatura interpretata da Karloff entrata nella storia del cinema ma non solo e assurta ad icona per diritto. Voto: 9
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