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Izo

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

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DeathCross

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Izo

di DeathCross
10 stelle

Non sapendo come recensire un'Esperienza Artistica come "IZO", invece di una recensione vera e propria inserirò man mano, con tanto di data, varie riflessioni sul Film che ho 'partorito' e partorirò ad ogni successiva visione, integrale o 'parziale', inserendo ogni tanto alcune note e modifiche... Almeno per ora: poi magari in futuro costruirò una recensione vera e propria, chissà. Insomma, questo 'articolo' va preso come una sorta di bozza in itinere... Oppure si può prendere come un omaggio allo stile narrativo del Film stesso... L'importante è che alla fine guardiate l'Opera di Miike.

 

(14 ottobre 2016)

«IZO nasce dall'idea di uno sceneggiatore costretto a scrivere per anni sceneggiature “tradizionali”, costruite su stereotipi tragici o comici. Quando questo sceneggiatore mi confessò di aver scritto una sceneggiatura “ribelle”, che sovvertiva tutte le regole del cinema, ho voluto leggerla. Ho pensato che il film si potesse fare, così ho cominciato a girare. Durante le riprese ho cambiato quello che volevo, aggiungendo Anarchia ad Anarchia, arrivando ad avere un prodotto del tutto inclassificabile. Personalmente amo molto IZO, perché ha rappresentato una grande valvola di sfogo. Per qualche anno farò film “normali”, poi, forse, ci sarà un altro IZO.»
[Takashi Miike]

È assai arduo parlare di certi Film, perché la loro Natura rende necessario vedere, anzi vivere la Visione per poter recepire nell'Animo la molteplicità di Significati, di Domande, di Accuse che pone al nostro Io.
Ora come ora mi va di condividere solo questo aneddoto: discutevo di Irrazionalità giusto stamane e, casualmente, stasera decisi di rompere la pausa Miike e guardarmi finalmente questo suo Film, uno dei più noti probabilmente dell'assai prolifico e discusso Cineasta giapponese, dove l'Irrazionalità è uno dei Temi fondamentali, se non la Chiave di Lettura dell'Opera, costruita in modo illogico proprio per mettere in scena al meglio la sua Ricerca Esistenziale.
Un Film talmente frenetico e senza respiro nel ritmo in cui si susseguono le scene da essere statico; un Film talmente irrazionale nell'ordinare le varie sequenze da essere perfettamente lineare; un Film talmente imperfetto nella costruzione tra 'errori' (come l'ombra della mdp in un'inquadratura dedicata al Cantautore) e trovate 'kitsch' (come effetti digitali finti) da rivelarsi palesemente ricercato fino al minimo dettaglio; un Film così pieno di Generi da non avere un Genere diventando egli stesso un Genere; un Film così intriso di Violenza e Follia da far notare la sua Poeticità Drammatica e Tragicamente Umana.
Un'Opera Intimamente Sovversiva, che tratta Temi Filosofici Esistenziali e Politici (la lotta disperata che Izo combatte contro ogni pedina del Potere è squisitamente Anarchica, anche se non sfocia mai nell'Apologia o nella becera propaganda) che non può lasciare indifferenti e che non riesce a farsi dimenticare, eppure non si riesce (o, almeno, non riesco) a parlarne senza temere di banalizzarne la Forza...
In ogni caso, un Capolavoro del Maestro Takashi Miike, dove la sua Poetica della Morte, del Sangue, della (Ri)Nascita viene espressa in ogni Sequenza, in ogni Inquadratura, in ogni Fotogramma con lo Stile tanto 'scarno' nei mezzi quanto elaborato nella costruzione che, in modo Artisticamente e Spiritualmente molto Anarchico, caratterizza l'Autore, e che lo pone a parer mio come Erede Spirituale e Orientale del Terrorista dei Generi Lucio Fulci.

«Dopo il Cinema c'è IZO.»
[Enrico Ghezzi]

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(15 ottobre)

È probabilmente (se non sicuramente) una delle Opere più significative di Miike, una sorta di Manifesto Artistico, come lo era "Gozu" se non addirittura di più.
Un Film che molto difficilmente può piacere a tutti/e, anzi: se si ha lo stomaco debole, si tollerano poco le trame non lineari, si prediligono film unitari, si prova repulsione per la Follia anche se Artistica, si cerca solo l'intrattenimento, e in più si mal digerisce il Cinema giapponese, specialmente se sanguinoso e/o 'autoriale' (e qui è entrambi), è quasi impossibile amare "IZO". Può non piacere anche a chi adora i Film sanguinosi, come altri Film del Regista, perché qui si va anche oltre...
Però sono sicuro che nessuno/a può vedere "IZO" e restarne indifferente: o lo si ama o lo si odia, [n.d.A.: o lo si ama e si odia, unica 'giustificazione' ad eventuali valutazioni intermedie] non si può dire "Non male, però c'è di meglio" o "Bruttino, ma c'è di peggio" o "Né brutto né bello", non senza mentire a sé stessi/e.
È fondamentale però liberarsi da ogni aspettativa: anche io inizialmente temevo di rivivere l'esperienza avuta con "eXistenZ" di Cronenberg, un Film cioè che mi aspettavo pervadesse visceralmente l'Animo e che invece ho amato con riserve (ma c'era una cimice svolazzante che ha interrotto la mia visione con la comparsa di Dafoe), ma poi mi son lasciato catturare dal Mood quasi indescrivibile dell'Opera e l'ho adorato, spingendomi ad una Riflessione continua.

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(3 novembre)

Piccolo aneddoto (trovato su wikipedia): quando fu proiettato alla Mostra di Venezia ricevette gli applausi da una sola persona... Quentin Tarantino!
Questo aneddoto, secondo me, evidenzia la particolare natura del Film, un'Opera Artistica sicuramente non accessibile a tutti/e (anzi, forse inaccessibile a quasi tutti/e). Per questo è forse il Manifesto Totale della Poetica di Miike: se si odia questo Film, molto probabilmente sarà difficile apprezzare altre Opere del Maestro giapponese, e se le si apprezzeranno sarà per una maggiore affinità verso il genere di Film specifici (senza particolari sfumature Surreali) e non per un'affinità con lo Stile del Regista*. Chi, invece, apprezza "IZO" non potrà, secondo me, non amare praticamente ogni Sfumatura (e sono tantissime) di questo Autore assai prolifico e assai geniale, anche se forse qualcuno/a, per effetto contrario a chi non lo apprezza, potrebbe arrivare invece a snobbare molte altre sue Opere perché prive di derive Surreali così esplicite come qui.
Comunque, piaccia o non piaccia, "IZO" è un'Opera che non può lasciare indifferenti, non può essere vista distrattamente come se fosse un film semplicemente d'intrattenimento (anche se non odio il cinema d'intrattenimento in quanto tale, anzi) perché è un Film Filosofico. Anche per questo, probabilmente, non potrà (e non può) piacere a tutti/e: Miike non fa un film semplice dove tutto è subito chiaro o, per lo meno, si chiarisce nel finale. Non vuole dare risposte. Miike, con "IZO", vuole bombardare letteralmente lo/a spettatore/rice di Domande e, per questo, il Film non lascia un attimo di respiro saltando da un'epoca all'altra, da una scena all'altra senza fermarsi mai se non quando lascia spazio alla Poesia Filosofica urlata di Tomokawa. Questo continuo bombardamento sicuramente potrà sembrare un calderone confuso dove si mescola insieme troppa roba per cercare di dare una parvenza di profondità che maschera un vuoto contenutistico. Inutile dire che sono in totale disaccordo: avendo visto anche altri Film del Regista (anche se mai abbastanza: sono ancora sotto la metà della sua sterminata Filmografia!) in "IZO" ho visto la condensazione dei Temi che da sempre inquietano l'Autore e che per questo Egli continua sempre a trattare: Morte, Erotismo, (Ri)Nascita Spirituale, la Violenza come Tragedia Umana da cui (come la Tragedia 'impone') l'Umanità quasi non può (o non vuole?) salvarsi...

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*Devo ammettere, però, che forse scritto così [il ragionamento] è un po' intricato. Quello che intendevo dire è che se non si riesce a digerire "IZO", Film dove il Gusto 'PantaGenerico' (neologismo 'mio' che intende indicare una contaminazione tra tutti i generi) e la Poetica Surreale di Miike si mette a nudo in tutta la sua estremità, sarà difficile apprezzare questa sua caratteristica negli altri suoi Film, anche se però è possibile apprezzare altre sue Opere dove questa contaminazione tra generi e questo tocco Surreale è molto più velato (anche se comunque c'è sempre). Questi Film meno 'estremi' (inteso come surrealmente estremi) possono essere apprezzate dai non amanti di "IZO" non tanto per lo Stile di Miike ma per la maggiore vicinanza dello/a spettatore/rice al genere o sottogenere predominante, come può essere l'Horror di "Audition" o il Gangsteristico di "Koroshiya Ichi".

Per chiarire ancora meglio, se uno/a apprezza (o, meglio, adora) "IZO" molto probabilmente adorerà Takashi Miike a 360° (arrivando pure a casi limite come il mio dove riesco ad apprezzare pure il Miike drasticamente acerbo, e se vogliamo anche 'brutto', di "Lady Hunter" o "A Human Murder Weapon"), mentre chi invece non riesce a digerire "IZO" non potrà amare Miike a 360° ma al massimo potrà apprezzare alcune sue Opere che considera più vicine a sé.

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(5 maggio 2018)

Visto per la terza volta: non sapendo mai bene cosa aggiungere, butto lì qualche curiosità sulle mie sensazioni durante la Visione.
Anzi, prima aggiungo un'osservazione sul Prologo: quando Izo schiatta, si nota la fuoriuscita di urina, che distrugge da un lato ogni possibile aspettativa di 'eroicità' e, dall'altro, ci catapulta nello Spirito tragico che caratterizza questa indagine implacabile dell'Esistenza umana.
E su questa scia si collegano i miei innumerevoli (e difficili da spiegare a parole, soprattutto scritte e a maggior ragione su una fredda piattaforma virtuale) Dubbi e le mie Inquietudini sulla Solitudine estrema che caratterizza l'Esperienza di (credo) ogni Individuo.

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