Espandi menu
cerca
Dead or Alive: Final

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 316
  • Post 214
  • Recensioni 6387
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Dead or Alive: Final

di alan smithee
6 stelle

“Final” appare ancora più esagitato e folle degli episodi precedenti. Ci proietta nel futuro, dopo la contemporaneità caotica del primo episodio, e il dolce poetico sguardo verso il passato dell’infanzia felice e dei ricordi piacevoli del secondo.Singolarmente meno bello degli altri, è tuttavia il tassello fondamentale per chiudere la trilogia

Risultato immagine per dead or alive final takashi miike photos

Lasciata l’adrenalina splatters e confusionaria del primo dinamico episodio, sostituito con il più poetico ed intimista Dead or Alive 2, con questa terza parte finale, cambiamo completamente genere ed ambientazione: siamo nel futuro, anno 2346 nella metropoli affastellata come un formicaio di Yokohama.

Soggiogata da un dittatore omosessuale che somministra alla popolazione una droga che ne impedisca la riproduzione, considerata solo un atto naturale ed istintivo, ma non un atto di amore genuino, possibile invece solo attraverso esseri dello stesso sesso, la popolazione che rifiuta di sottoporsi a tale trattamento anti-fecondità, è costretta a darsi alla macchia e a vivere ai margini della civiltà come dissidenti fuggiaschi e passibili di arresto.

Risultato immagine per dead or alive final takashi miike photos

I nostri due protagonisti, che dopo essere stati nemici nel primo episodio, amici killer nel secondo, tornano ad essere antagonisti, scambiandosi i ruoli rispetto al film capostipite: Sho Aikawa è un cyborg dissidente (Ryo), mentre Riki Takeuchi un soldato dell’arma del dittatore, dunque un poliziotto, di nome Takeshi Hinda, che diviene il principale nemico dei ribelli capeggiato dal robot di vecchia concezione Ryo. Quando i dissidenti riescono a rapire il figlio del poliziotto, lo utilizzano come merce di scambio per liberare alcuni dei loro prigionieri. Nello scontro finale (memorabile, per sarcasmo e comicità greve ma riuscitissima), i due contendenti, dopo che Honda viene a conoscere la sua vera natura, uniti nella lotta finiscono per fondersi in un’unica arma da guerra, ironicamente a forma clamorosamente fallica: come tale quindi un’arma perfetta per punire, in una sorta di legge del contrappasso, il malvagio dittatore sorpreso proprio nel momento di maggiore intimità col suo schiavo-musicista-modello.

Girato velocemente da un regista pieno di idee che non ama stare fermo a riflettere, il film è un delirio totale a volte irresistibile, che lascia spazio a momenti emozionanti ed inaspettati (astronavi infinite e improbabili che solcano i cieli oscurandoli), a situazioni divertenti e grossolane, testimoni della eccentricità dell’infaticabile ed incontenibile autore, irriverente e incurante di mischiare con sin troppa disinvoltura sacro e profano.

Risultato immagine per dead or alive final takashi miike photos

Risultato immagine per dead or alive final takashi miike photos

La difesa della natura umana regolare contro la cattiveria gratuita del dittatore sadico e palesemente contro-natura, mira probabilmente a ribaltare la situazione attuale, ponendo l’eterosessualità come una minoranza che deve lottare per sopravvivere e veder riconosciuti i propri diritti: in senso generale la assurda situazione non fa che porre un enfasi, ironica e forzata, ma pienamente nelle corde assieme folli e geniali dell’autore, sulle incongruenze e le ingiustizie che da sempre chi non si uniforma a regole di massima dettate da una priorità unicamente e superficialmente statistica, è costretto a subire da sempre, anche a costo di un martirio dai connotati sempre ed univocamente agghiaccianti.

Risultato immagine per dead or alive final takashi miike photos

“Final” appare ancora più esagitato e folle degli episodi precedenti, e ci proietta nel futuro dopo la contemporaneità caotica del primo episodio, e il dolce e poetico sguardo verso il passato dell’infanzia felice e dei ricordi comunque piacevoli del secondo capitolo: insieme i tre film, uniti nella trilogia anomala ed originale che è sempre stata nella mente del regista, formano un’opera più solida e profonda, come quando una serie di componenti che singolarmente appaiono un po’ inutili o non efficacemente utilizzabili, diventano invece uno strumento indispensabile ogni qualvolta vengano prese in considerazione nella loro interezza, assemblandole una con l’altra a formare un unico oggetto.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati