Regia di Brad Silberling vedi scheda film
Il succo della storia è spalmato tra prologo ed epilogo: il film si apre con un’avvertenza (se volete storie di conigli ed elfi cambiate dvd, sala, ecc) e si chiude con l’affermazione che il film non ha voluto raccontare nulla di straordinario, niente enigmi, niente di recondito, niente di morale se non la storia degli sfortunati eventi capitati ai 3 fratelli Baudelaire. Un misterioso incendio distrugge loro la casa e fa perire i genitori. I 3 orfanelli vengono affidati ad un lontano zio, il Conte Olaf (Jim Carrey), che però attenta alla loro vita per ricevere l’eredità. Quando il tutore Poe si accorge della trama ordita dal perfido Conte, li affida ad uno zio prima ed ad un’altra zia poi. Ma il Conte Olaf, attore e trasformista oltre che meschino, tornerà sempre per rovinare la vita dei tre ragazzini che però, con le loro capacità innate, riusciranno a cavarsela sempre fino a quando Olaf non sarà costretto a dileguarsi per sempre.
La storia è originalissima ed alcune gag sono efficaci. Ma su tutto incombe una cupa malinconia legata alla fotografia livida, alla scenografia ed alle caratterizzazioni dei personaggi atipiche quanto caratterialmente tristi. Non un sorriso, non un lieto avvenimento. Solo una serie di sfortunati eventi, narrati in chiave dark ed un tantinello surrealista. Nulla di più pretende il signor Snicket (un Jude Law che agisce solo sullo sfondo come voce guida) che è lo scrittore/narratore degli eventi, qualcosa di più chiedeva probabilmente lo spettatore.
Da segnalare il finale mieloso e scontato ma anche efficace ed i titoli di coda (in un meraviglioso stile cartoon). Pessima interpretazione di Carrey: troppe smorfie per il personaggio che interpreta.
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