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Nausicaä della valle del vento

Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film

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La recensione su Nausicaä della valle del vento

di PETRAgrafico88
10 stelle

Il film d’ animazione “Nausicaä della Valle del Vento” è il primo film tratto dall’ omonimo manga, datato 1984, che ha conferito fama fino ai giorni nostri al talentuoso regista giapponese Hayao Miyazaki, già apprezzato fumettista, sceneggiatore e disegnatore di alcuni famosi cartoni animati, tra cui “Heidi”, “Lupin III” e “Conan, il ragazzo del futuro”, vincitore del premio Oscar per un altro suo lungometraggio animato quale “La Città Incantata”, nonché fondatore dello studio d’animazione giapponese “Studio Ghibli”, di cui questo film sembra esserne la prima opera.

Il film in questione è stato riproposto di recente come evento al cinema, permettendo a molti ammiratori di Miyazaki, tra cui la sottoscritta, di scoprire appunto l’ opera prima che ha dato inizio alla popolarità di questo regista quanto mai sorprendente.

La trama è inserita in un contesto apocalittico in cui la protagonista, la principessa Nausicaä abitante della Valle del Vento, è immersa insieme al suo villaggio in una vita di sopravvivenza, che ha visto l’ alterazione dell’ equilibrio naturale del mondo dopo alcuni conflitti bellici, che hanno poi causato varie esplosioni nucleari.

Infatti nel mondo, che nel film è inserito in un futuro non molto lontano dalla nostra realtà, si è diffusa una piaga che prende il nome di Mar Marcio: un’ epidemia, un avvelenamento precoce e costantemente in espansione che ha intaccato la Natura e, di conseguenza, la stessa vivibilità terrestre, causando mortalità tra i vari popoli rimasti e separati fra loro in diverse zone della Terra, tra cui quello della Valle del Vento, creando un aumento delle dimensioni degli insetti e di una specie in particolare, chiamata Ohm, creature costantemente pronte a ribellarsi a qualunque umano faccia del male alla loro specie.

In tal contesto, la figura di Nausicaä è quella di un personaggio femminile giovane, molto forte e capace, aspetto comune in tutti i film di Miyazaki: è buona, amata dal suo popolo, sa comunicare con qualsiasi creatura potendone anche placare i malumori, è pronta a sacrificarsi per la sopravvivenza del suo villaggio da cui è adorata e considerata quasi una pari.

Lei è la “sorellona principessa”, come la chiamano le bambine del villaggio.

Come effettivamente succederà nel corso della trama, un popolo vicino e belligerante proveniente dal regno chiamato Tolmechia cercherà di risvegliare una creatura pericolosa e antica, nel tentativo di ripristinare il governo degli uomini sul Mar Marcio, volendo ostacolare l’armonia che regna nella Valle del Vento, opponendo alla visione del rispetto dell’equilibrio naturale la conquista e l’ottusità delle civiltà dominanti, motivo che spingerà Nausicaä a partire e affrontare difficoltà sempre maggiori pur di salvare il suo popolo e la stabilità che tali avvenimenti d’ odio e rivalsa vogliono sconvolgere e ribaltare.

Il film, visto da un punto di vista strutturale, è molto complesso: ricco di una sceneggiatura ottima e perfettamente curata dal regista stesso, caratteristica che lo contraddistingue in tutti i suoi lavori e che per lui risulta essere fondamentale per dare corpo alla narrazione; essa non lascia spazio a dubbi o incertezze, e le sequenze e i dialoghi si susseguono dinamicamente, sono narrativamente molto appassionanti, fluidi, credibili e sentimentalmente affascinanti.

Dal punto di vista creativo risulta impossibile non notare la grande fantasia e la minuzia di particolari usata per descrivere un mondo fondato sulla sola immaginazione, quindi ritroviamo volentieri la cura dei dettagli tipica dei film di Miyazaki, in questo come in quelli che seguono, penso a “Il castello errante di Howl” e “Porco Rosso”, dai quali si apprezzano la maniacale cura per i particolari anche più insignificanti, i fondali, i movimenti dei personaggi, la plasticità dei costumi e così via, dove anche la resa cinematografica di una folata di vento o una scivolata su un marciapiede rendono ancor più credibile una storia che in sé ha

dell’ incredibile, come in “Kiki consegna e a domicilio”, la streghetta che si trasferisce nella grande città e, lavorando sodo, riesce a trovare finalmente il suo posto nel mondo della normalità.

Se ci soffermassimo solo su queste caratteristiche, però, il film sarebbe solo una perfetta sequenza senza sostanza; al contrario, quello che c’è da capire della configurazione cinematografica di Miyazaki, in questo film prima e nei successivi poi, è la commistione di diversi elementi fusi insieme. Tra i tanti spunti che possiamo catturare con attenzione, se ne distinguono nettamente alcuni più importanti.

Per primo, la grande umanità dei personaggi, quasi sempre femminili: il regista ammira molto le donne che lavorano, è un concetto posto in tutte le sue opere, e le sue protagoniste sono spesso ragazze adolescenti inserite in fatiche o contesti particolarmente difficili (“La Città Incantata”, “Kiki consegne a domicilio”, “Il castello errante di Howl”); esse sono coraggiose, altruiste, indipendenti, non le solite principesse altolocate e statiche.

Sono volenterose, lavoratrici, l’amore per loro è inserito sullo sfondo e non è la fonte primaria del loro interesse, seppur volendolo e trovandolo, caratteristica questa che le fa allontanare dalla visione edulcorata delle principesse disneyane.

Nausicaä è un’ eroina dalla femminilità spiccata, molto dolce ed entusiasta, in grado di comunicare con l’ incomunicabile, con il mondo degli insetti, appunto. E’ un tramite, un medium tra conosciuto e proibito, non sfugge la sua grande umanità, altro notevole attributo del regista nipponico: tutte le sue paladine e, come personaggio maschile, il protagonista antropomorfo di “Porco Rosso”, sono personaggi altruisti, pieni di morale giusta, di sani principi, che combattono per degli ideali alti e mai per il loro egoismo. Sono il frutto di un volere essere di più che semplici disegni: sono vere e proprie personalità che esulano dalla materia e diventano credibili, tangibili, reali, da considerare quasi come sempre esistiti.

Il secondo tema sostanziale degno di nota è il rispetto per la Natura e il suo equilibrio, l’ecologia in generale: il ricordo della tragedia della Bomba Atomica e delle sue vittime è nell’opera di Miyazaki un velo sollevato che si lascia ben vedere in questo film e ulteriori, come ne “La principessa Mononoke”, dove è tangibile potere scrutare la preoccupazione e il tacito monito delle conseguenze che si presenterebbero se l’umanità, seguendo le proprie aspirazioni negative, perdesse per sempre il contatto con la Madre Terra, distruggendone le fondamenta che sono l’ essenza stessa dell’ armonia mondiale. Il Mar Marcio è una scusa per affrontare l’ argomento, è una piaga, una preveggenza, se vogliamo, di ciò che il mondo sta adesso provando a causa dello smog, l’ aumento dei rifiuti tossici e tutte quelle pratiche che minano la stabilità naturale come la conosciamo da sempre.

E’ un avvertimento al non farsi guidare dall’ ottusità del progresso ma, piuttosto, a recuperare il rapporto indissolubile tra uomo e natura che tanto cerchiamo di riportare all’ origine dopo delle mancanze d’attenzione così forti.

Quindi, il tema ecologico non può essere lasciato ad una prima lettura, ma deve essere sempre contestualizzato e non forzato da scelte sbagliate, che vedono solo il guadagno e non la sostenibilità come unica forma di progresso.

Terzo e non meno rilevante argomento apprezzabile in quest’ opera del cineasta-sceneggiatore è la passione per il volo, il sogno dei bambini: Nausicaä usa velivoli avanzati per potersi spostare, così come le navi moderne degli usurpatori sono degli enormi aerei da guerra simili a bombardieri. Il volo è la componente fondamentale della fantasia per Miyazaki, sistema sfruttato largamente dai personaggi dei vari lungometraggi: Kiki vola su una scopa, Porco Rosso è un aviatore, il castello di Laputa in

“Il castello nel cielo” è sospeso in un’ altra dimensione, non ha ancoraggi alla terra, è un ideale che i giovani protagonisti ricercano per trovare la propria storia personale; perfino l’ ultima opera filmica “Si alza il vento” è basata sul concetto del volo e sulle sue dinamiche.

Da qui possiamo azzardarci a fare una riflessione più ardua: Miyazaki intende sempre far staccare da terra le proprie storie, le immerge in altre dimensioni, le butta fuori del reale per meglio comprendere la realtà stessa analizzandola da un’ altra prospettiva, non per svillaneggiarla ma, piuttosto, per metterne a nudo le fragilità, i difetti, quel che c’è che non va, insomma!

La nostra protagonista è, appunto, un faro per aiutarci a conoscere gli errori umani: Nausicaä sceglie di essere un tramite, un ponte per comprendere meglio dove stiamo andando, per aiutarci a capire cosa ci aspetta nel futuro se continueremo a utilizzare i nostri egoismi e comportamenti negativi nei confronti dell’ armonia, del rispetto e della semplicità, valori che nella nostra esistenza, si può dire, andrebbero sempre più recuperati, per non perdere l’ umanità che tanto dovrebbe contraddistinguere le civiltà moderne, quelle che sanno imparare dagli errori.

A concluderne il quadro, l’atmosfera magnifica del film non solo è aiutata dalla larga manciata di sentimenti, suspense e azione, come abbiamo già descritto, ma anche da una colonna sonora che meglio non poteva coronarne l’ aspetto poetico e incalzarne i momenti più movimentati e tragici, magistralmente eseguita dal compositore, pianista e regista giapponese Joe Hisaishi, curatore musicale di molte colonne sonore di cartoni anni ottanta e di molti lungometraggi dello stesso Miyazaki, tra cui “Ponyo sulla scogliera”.

“Nausicaä della Valle del Vento” è un lungometraggio che definire solo un Manga giapponese sarebbe riduttivo, perché si rivela sempre bello e attuale.

Più che essere definito un film per bambini, direi che è sicuramente un monito per gli adulti, un viaggio appassionante e poetico nei sentimenti, nella nostra realtà vista da un punto di vista differente e non così lontano, da capire e proporre, dove anche i cattivi, in fondo, non sono del tutto cattivi ma capaci di più attente riflessioni. E’ un vero e proprio film degno di nota come è degna di nota tutta la poetica del regista, scorporata attraverso il suo operato qualitativamente molto alto.

Offrendo molteplici spunti di valutazione che ognuno di noi può liberamente riscontrare anche dopo più visioni, mi è stato necessario dilungarmi molto sulla disquisizione di quest’ opera proprio perché in essa trovo un valore filmico molto elevato, non facilmente riscontrabile in altri lungometraggi animati, e sarebbe auspicabile consigliarla soprattutto a chi non è appassionato di film d’animazione in generale, e avrebbe voglia di cominciare proprio con questo meraviglioso pezzo da novanta, assolutamente da vedere.

 

 

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