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Il flauto magico

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il flauto magico

di ethan
7 stelle

'Il flauto magico' di W. A. Mozart era un sogno cullato da Ingmar Bergman fin da venticinque anni prima della sua uscita - 1975 - ma allora egli non si riteneva ancora pronto e, a detta di lui, non c'erano gli artisti più adatti per poterlo fare. Come il precedente 'Scene da un matrimonio', anche 'Il flauto magico' nasce come un prodotto per la TV, che poi si decise di estendere anche al grande schermo.

Quest'opera fluviale racchiude in sé tre delle grandi passioni del cineasta, ovvero il cinema, la musica ed il teatro, tra loro fuse in un risultato molto apprezzato dalla maggior parte dei critici cinematografici, nonché dai musicofili: devo dire che, non essendo un melomane, pur avendo una smodata ammirazione tanto per il maestro svedese quanto per il genio salisburghese, l'opera lirica proprio non è - come dicono gli inglesi - 'la mia tazza di tè' e quindi 'Trollflöjten', tra i film-opera per eccellenza, è l'unico film di Bergman che trovo ostico, nonostante le molteplici visioni, che in genere fanno aumentare il gradimento e perciò il valore dei vari film visti.

'Il flauto magico' è composto da un'ouverture, dove osserviamo i volti, in primo e primissimo piano, di spettatori che seguono le prime fasi della rappresentazione, con un particolare occhio di riguardo riservato dal filmmaker svedese per una ragazzina, e due atti dove si dipana la storia di Tamino (Josef Köstlinger) e Pamina (Irma Urrila), che si intreccia a quella di Papageno (Håkan Hagegård) e Papagena (Elisabeth Erikson), con sullo sfondo Sarastro (Ukrik Cold) e la Regina della Notte (Birgit Nordin), interrotti da un intermezzo che, come spesso accade in Bergman, serve per sottolineare che si sta assistendo ad una rappresentazione e quindi a finzione; si vedono l'attrice che interpreta la Regina della Notte che si rilassa fumando una sigaretta e i due protagonisti che giocano a scacchi - che sia un'ironica ed ennesima citazione del capolavoro 'Il settimo sigillo'? - dietro le quinte.

Persin banale dire che le musiche sono splendide, così come ispirate sono le curatissime scenografie di Henny Noremark, la fotografia di Sven Nykvist ed i costumi sempre di Henny Noremark e Karin Erskine.

Tra il pubblico si scorgono Erland Josephson e Sven Nykvist, mentre sono presenti Bergman stesso e Liv Ullmann che, viceversa, non ho avuto buon occhio nello snidare.

Voto: 7 (v.o.s.). 

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