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Million Dollar Baby

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Million Dollar Baby

di stanley kubrick
10 stelle

LA GENESI DI UN ANGELO E L'EUTANASIA DI UN DEMONE

"Tra le querce e i cedri dispersi tra il nulla e l'addio..."

Clint Eastwood ha fatto tanti film. La fatica di un cinefilo è trovare quello, tra la filmografia del regista statunitense, più completo, più veritiero, che parla di un apoteosi invincibile mischiata a un Dio che ascolta, che racchiude in un solo film tutte le tematiche a sfondo mortuario e creatorio che hanno spaziato nei precedenti film. Questo Million Dollar Baby, tratto da un racconto della raccolta Rope Burns di F. X. Toole, non è necessariamente il capolavoro del grande regista, ma ci si avvicina, in modo da toccare avidamente la vetta che spetta a Gran Torino, unico e irripetibile film di un regista quasi unico.
Sono in pochi i registi che vantano al loro cospetto tanti, troppi capolavori. David Lynch, Stanley Kubrick e tanti altri. Difficilissimo se non impossibile trovare nella loro filmografia un film che sia maggiore degli altri, un film che sappia trovare il concetto, la definizione giusta per il modo di fare cinema. Eppure, c'è qualcuno che dice questo perchè è stato il suo primo film del regista, c'è qualcuno che dice quest'altro facendo Ambarabacciccicoccò. Insomma, trovare un film inimitabile è davvero difficile, specie se ci troviamo davanti un regista che di film, ne ha fatti davvero tanti.
Hilary Swank interpreta la boxer pronta a tutto, anche a farsi sottomettere dal suo allenatore. Eastwood, magistrale come al suo solito, è un vecchio allenatore, Frankie Dunn, che possiede una palestra insieme al suo unico amico Scrap, interpretato da un Morgan Freeman che ricorda quello de Gli Spietati, altro grande capolavoro del regista statunitense.
Sono in tanti ad allenarsi nella palestra. Eppure quest'ultima è sudicia, putrida e schifosa dal punto di vista estetico. Quei "pugili" sembrano agnellini che seguono il pastore, quale Clint. Sembrano ammiratori incalliti del regista, tanto da "travestirsi" da veri pugili per stare con lui, in compagnia dello straniero senza nome. L'allenatore segue soltanto il futuro campione del mondo. Il rapporto di amicizia e di amore che si instaura tra lui e i suoi allievi è inevitabile, nonostante sia burbero, severo e senza cuore, come all'inizio ce lo fà pensare Clint. Un personaggio, nei film di Clint, non rimane statico. Comincia ad acquisire nuove potenzialità, nuovi stimoli ad andare avanti, nuove frontiere dell'anima irrisolte che deve risolvere. Basti vedere Angelina Jolie in Changeling, oppure Kevin Costner in Un Mondo Perfetto. Sono tutti protagonisti delle avventure dirette dal regista statunitense. Ma senza rendersene conto. Devono vivere momenti di insperata bellezza dentro i loro cuori, conoscere nuove persone (Hereafter) e finalizzare il loro scopo, quello di amare davvero qualcuno o nessuno. La mano ferma di Clint, in alcuni punti, subisce movimenti leggiadri miscelati a un battito di ali silenzioso e uniforme, dove la parola prende spazio al dolore. Torniamo alla palestra. Luogo talvolta claustrofobico, specialmente quando ci si trova nel bagno o nella piccola stanzetta di Scrap, incarna inconsapevolmente un aura mistica con pugili del tutto grotteschi. Prendiamo uno a caso. Lo schizzato e malato di mente che si reca in palestra solo perchè è convinto di essere veramente un pugile. E' ammirabile in questo personaggio la voglia e la forza di tirare avanti, anche se si è del tutto consapevoli di non farcela. Oltretutto, trovare una spalla su cui piangere è davvero difficile, specie in quel lurido posto, riferimento la palestra ma anche l'intera città. Oltre a lui, c'è il bulletto che si crede forte ma che in verità è solo uno scemo che non sa compiere nemmeno un gancio destro. Magistrale la scena quando Scrap vince contro il bulletto.

I sei mesi di anticipo sono una cosa a dir poco scandalosa. Specie se è una ragazza a pagarli. Difficile ancora di più che si pratichi la boxe quando c'è un universo di sport al di fuori di questo mondo sporco e delirante verso nuovi pensieri. Eppure, questo personaggio sembra avere la forza di tutti gli altri personaggi che Clint ha creato. La distinzione tra la donna e l'uomo è presente nel film e Clint ce ne dà una prova, paragonando Maggie ai vari protagonisti che Eastwood ha messo dentro le sue pellicole. Oltre a Maggie, Eastwood ha completato il suo dittico sull'omaggio alla donna con il già citato Changeling. Entrambe le donne lottano contro i propri demoni del passato, del presente e del futuro. Con tutte le forze. Oltretutto, con questi due personaggi femminili, il regista cerca di paragonarle a tutti i personaggi maschili che sono presenti nei suoi film. Tornando ai sei mesi di anticipo, vorrei aggiungere la forza e la volontà che ha la ragazza. L'allenamento che pratica è una cosa alquanto strana, oltretutto quando il suo allenatore preferito non la considera, con la testa tutta da un'altra parte, a vedere il titolo. Questo è lo sport. Questo è quello che si vuole davvero fare. E la intraprendenza di Maggie ci riscalda il cuore e ci fa entrare in un "Mondo Perfetto". O quasi.
Clint venera le femmine, anche se nei suoi film ce ne sono davvero troppo poche. Nonostante la sua faccia severa, espressa sia nella vita reale sia nei personaggi interpretati da sè stesso, cerca ugualmente di far convivere i due sessi in maniera normale, semplice e invidiabile. Tuttavia, nei suoi film non c'è un rapporto d'amore che sia degno di essere scritto. La moglie morta in Gli Spietati. La mancanza della bussola per trovare l'amore nel film in questione. La bussola dovrebbe essere soprattutto Frankie. Quest'ultimo si ritrova in una situazione alquanto bizzarra. Dovrebbe fare soltanto l'allenatore eppure, nonostante la differenza enorme di età, verso la fine si capisce che anche lui sa amare. Magari non in maniera nitida e fresca come due sacrosanti fidanzati, ma in maniera autorevole e sensibile, come solo il suo tocco di regista sa fare.
Tormentato. Non Frankie, ma Dio. Il rapporto è davvero tormentato tra Frankie e Dio. Clint riprenderà questo rapporto con Gran Torino, ma qui si trascorre la vita quotidiana, noi spettatori, insieme a Frankie, specie quando si reca, ogni settimana, alla messa. Cerca la Divina Ispirazione, ma il prete gli "sputa" in faccia. La società in degrado, in minima parte, viene rappresentata dal prete. Messaggero di Dio, dovrebbe essere una figura che porta pace e serenità. Qui, scappa anche un "fuck" per le oppressioni di Frankie nei suoi confronti. Ma Frankie si pone o no il problema che Dio esista? Oppure, semplicemente, non ci crede e basta? Questa domanda è irrisolta (non quanto quella finale di Hereafter, sia chiaro). Forse Clint ci vuole comunicare semplicemente il suo rapporto (o quello di Frankie?) con il Creatore. Ho messo quella parentesi per far capire a tutti quanto Clint sia estremo in questa interpretazione. Si incarna talmente tanto nella parte che lo spettatore, a fine visione, non sa se il rapporto tormentato è fra Dio e Frankie o fra Dio e lo stesso Clint. E' pazzesco come sappia entrare nella parte in maniera univoca, onirica, surreale, eppure estremamente piacevole. Tornando alla chiesa, dovrebbe essere un posto accogliente, anche nel momento del bisogno, che in Frankie è presente sia all'inizio (non vede sua figlia da tanto tempo) che alla fine (la paralisi di Maggie dopo che ha picchiato il collo in una sedia senza appoggio). Frankie ha un rapporto tormentato anche con la sua anima. Non si riesce a perdonare le due cose sopra elencate, cerca una via di fuga ma è impossibile. Frankie ha, finalmente, un cuore nobile.

L'ascesa e la caduta di Lucifero. Si creò l'Inferno e Dante potè scrivere, scrivere e scrivere. Ancora e per sempre. Trovo davvero troppi demoni in questo film. Assomiglia davvero troppo a Gli Spietati (dove anche lì c'era una lotta con i demoni per salvarsi la vita) tranne che per il genere. Lucifero era solo una figura allegorica, cacciata dai cieli per non esser men belli. Maggie compie il viaggio dell'angelo-demone. Quando sale nel cielo, è capace di battere in un solo round tutte le avversarie. Quando apre lo squarcio a imbuto nel terreno e forma l'Inferno, è paralizzata e i demoni sono liberi. L'anima tormentata di Frankie, nel momento della caduta, diventa ancora più nera e offuscata di prima, in preda il panico, in cerca di una corda per ritirarsi su. Scrap, suo fedele amico, è l'unico che gli offre la spalla ma lui, come un cane, la rifiuta. Quell'unico sbaglio che gli è costata l'esistenza è un apoteosi dei diritti del male, che porta a una specie di teoria della sincronicità. Quando sei vicina al successo, è facile ricadere. Sto parlando di Maggie e del suo rapporto con la boxe nel futuro. Anche se l'avversaria ha barato, lei è paralizzata. Il presente non può diventare il passato. I familiari hanno tutti un rapporto difficile con i personaggi. Insieme a Frankie, anche Magge ha un difficile rapporto con i suoi, specie dopo che gli fanno visita dopo essere passati da Disneyland. La famiglia nel cinema di Eastwood, conta poco o niente.

Insomma, quel demone che uccide Maggie, alla fin fine è proprio Frankie, ma su richiesta di quella. La scena dell'adrenalina per uccidere ricorda un pò quella di Pulp Fiction, però lì lei continua a vivere.
Isolato da tutto e da tutti Frankie trova un posto caldo dove abitare. Piuttosto dove sia stato con Maggie.

Capolavoro.

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