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Cría cuervos

Regia di Carlos Saura vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Cría cuervos

di alan smithee
10 stelle

"Alleva corvi, e ti beccherano gli occhi" e' un detto spagnolo a cui allude il titolo di quello che e' forse il piu' bel titolo di Carlos Saura. Un film sul mistero dell'infanzia, un periodo inquieto dove la curiosita' e il bisogno di conoscere, di dare risposte a tutti i perche', spinge una delle tre piccole orfane di una casa patrizia durante la fine della dittatura franchista, a vivere con sensi di colpa e istinti di vendetta i momenti di intimita' familiare di un'estate particolare. La morte per infarto del padre delle tre bambine, alto militare del regime, convince la sorella di mezzo Ana, che assiste agli ultimi momenti di vita del padre (stroncato da un infarto mentre consuma un rapporto sessuale con la sua amante, moglie di un collega), di essere lei la causa della morte. La giovane infatti, legatissima alla madre morta qualche tempo prima dopo una terribile agonia, custodiva gelosamente in una scatola metallica quello che crede un potente veleno consegnatole dalla madre negli ultimi giorni di vita come gesto di complicita' tra le due (in relta' si tratta solo di innocuo bicarbonato), che proprio quel giorno dispenso' nel bicchiere del padre per punirlo della relazione segreta con l'amica di famiglia. L'arrivo della zia, sorella della madre defunta, severa ma premurosa, sopraggiunta per prendere le redini della casa ormai senza riferimenti, spinge la giovane Ana a maturare un altro desiderio di provocare una morte. Cio' probabilmente a causa del tentativo irrispettoso della zia di sostituirsi all'amata madre; allo stesso modo la bimba tentera' placidamente ma invano di persuadere l'anziana ed inferma nonna a trovare nell'avvelenamento la soluzione estrema ma efficace per risolvere i molti problemi causati dalla vecchiaia. Raramente abbiamo assistito fino ad ora ad un controllo cosi' magistrale ed efficace sulla recitazione di un bambino, e l'interpretazione di Ana Torrent (attrice di una certa notorieta', interprete vent'anni dopo dell'intrigante Tesis di Amenabar), tutta occhioni e natralezza disarmante, e' veramente da brivido. Scelte narrative interessanti inoltre contraddistinguono un andamento temporale che si fa altalenante senza preavviso, nel quale una giovane e quasi fiabesca Geraldine Chaplin è chiamata ad interpretare il ruolo della madre morente e quello di Ana da giovane mentre ricorda quella difficile estate; intanto la bimba Ana percorre stanze e giardini incrociando nel contempo la zia e la madre defunta, come in un sogno ad occhi aperti che la fa navigare attraverso gli anni e i lutti che troppo presto hanno condizionato la sua esistenza.
In sottofondo una accattivante canzone intitolata "porqué te vas" fa da gradevole ed accattivante refrain alla rappresentazione di una gioventu' inquieta che cerca nel mondo degli adulti, nella loro mediocrita' e meschineria, un modo per scoprire i meccanismi e soprattutto i motivi di tanta implacabile sofferenza ed infelicita'.

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