Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
Con ogni probabilità "Ferro 3 - La casa vuota" è il titolo meno folgorante e essenziale di Kim Ki-duk. Ciononostante è l'ennesima conferma che il cineasta coreano possiede un talento visivo e una versatilità stilistica davvero impressionanti. Stavolta l'autore del lacerante "L'isola" e dello straziante "Indirizzo sconosciuto" rinuncia programmaticamente all'esibizione della violenza, mettendola sistematicamente fuori campo e trattandola con pudore esemplare. Kim Ki-duk intende mostrare che il suo cinema può fare tranquillamente a meno di ami che squarciano la carne o di mazze da baseball che percuotono fino alla morte cani inermi, senza perciò perdere quella tensione espressiva e quella necessità estetica caratteristiche del suo cinema. Ci riesce, almeno in parte. Perché stavolta - per la prima volta - si avverte una leggera impressione di stanchezza espressiva, una sottile ma persistente sensazione di maniera. Inutile dire che, a confronto col cinema stereotipato e piatto che circola nelle sale, "Bin-jip" è un'opera di prodigiosa bellezza, ma da Kim Ki-duk vogliamo prove all'altezza dei suoi precedenti lavori. Da lui non ci aspettiamo buoni film: pretendiamo saggi di cinema puro. E questo "Ferro 3 - La casa vuota", purtroppo, non è più di un buon film.
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