Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Se il precedente era un buon melodramma, questo esagera nei toni forti per compiacere il pubblico, e diventa ridicolo o irritante; ma non tanto da proporre come ideale la donna come "simbolo della vita come progressiva rinuncia, sconfitta e solitudine" (Mereghetti); anzi, mi pare che tematicamente Matarazzo continui nell'impegno a persuadere il suo pubblico al valore della sincerità e della fiducia, come già in Catene e poi nel successivo L'angelo bianco, tardiva continuazione di questo: in tutti il dramma nasce da menzogne o da verità taciute con intenzioni buone. Ma non bastano le buone intenzioni a fare un buon film. Comunque i film di Matarazzo mi sembrano nettamente migliori di quelli di Sirk.
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