Regia di Paul Greengrass vedi scheda film
Come è capitato il regista Paul Greengrass – esordi da giornalista investigativo, poi autore di alcuni documentari di successo ed infine del film rivelazione “Bloody Sunday – dietro la macchina da presa del secondo capitolo delle avventure cinematografiche di Jason Bourne? Misteri o forse colpa delle fortunate ed inspiegabili coincidenze del mondo del cinema… ma anche la dichiarazione dello stesso regista di volersi cimentare in un genere del tutto diverso non convince appieno (classica osservazione ad uso e consumo della stampa!) così sottolineando l’anomalia di un prodotto come “The Bourne Supremacy” che male amalgama azione pura con un taglio più europeo e realistico. Ritroviamo l’agente smemorato Bourne (un sempre monolitico Matt Damon) alle prese con i fantasmi del suo misterioso passato e questa volta in giro per il mondo (Goa, Berlino, Amsterdam, Napoli, Mosca) a rinsaldare i fili di un’esistenza oscura ed ambigua. Ma è proprio la storia, firmata – come per il precedente capitolo – da Tony Gilroy (anche questa tratta dai romanzi di Robert Ludlum), a non convincere nella sua approssimazione e superficialità di eventi e personaggi che solo una regia “di mestiere” e qualche interprete felicemente in parte (come l’agente Landy, interpretata ottimamente da Joan Allen) riescono a salvare da una noia e ripetitività costantemente in agguato!
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