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Volevo solo dormirle addosso

Regia di Eugenio Cappuccio vedi scheda film

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La recensione su Volevo solo dormirle addosso

di backstreet70
6 stelle

La tipica pellicola che ti promette molto e alla fine ti lascia con l'amaro in bocca, tra tutte le strade (anche quelle banali) sceglie la più consolatoria. L'inizio è decisamente buono, un dialogo intorno al tavolo dove vediamo i nuovi manager che parlano usando il nuovo linguaggio del mercato: head-hunting, asset allocation, finacial structure... una tribù che necessita di eliminare gli altri per mantenere il suo status. Sotto la scritta "People first" (La gente prima), la parola d'ordine "Io ti stimo" e un linguaggio assai edulcorato vengono nascoste violenza, ipocrisia e falsità, l'odio no è un sentimento troppo forte e complesso per essere preso in considerazione. Pasotti è un attore che televisivamente faceva pena ma sul grande schermo mostra una certa consistenza e bravura nel disegnare uno dei giovani squali del mercato moderno, uno che annulla sentimenti, interessi ed hobby a favore del lavoro, lavoro , lavoro. La sua ragazza lo chiama il "muerto" ed è un soprannome centratissimo, personaggio che pone le distante da tutto e tutti il cui unico contatto umano sta nel dormire addosso alle donne con cui poco prima ha sfogato i suoi istinti animali, è l'unico contatto di cui è capace ed è consapevole di ciò. Peccato che poggiando su una struttura simile il film cada in un finale in cui Pasotti si "salva l'anima" passando attraverso la forca verso cui aveva gettato molti altri prima. Un finale in cui il protagonista comprende che famiglia ed affetti sono i valori più importanti. Meglio sarebbe stato se il film avesse avuto il coraggio di andare fino in fondo senza agganci morali ma mostrando come questi squali moderni non siano mai sazi. Ci sono anche un paio di personaggi troppo stereotipati (il capo vendite chiamato Borghi ha un accento milanese troppo accentuato) ed alcuni non bene collocati (la ragazza di colore di cui si innamora Pasotti entra ed esce di scena senza un motivo preciso). La regia di Cappuccio si mantiene lontano dai modelli televisivi anche se non si lascia andare neppure quando potrebbe, rimane comunque un lavoro dignitoso il suo. Un'occasione mancata; peccato! Merita comunque la sufficenza.

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