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Spider-Man 2

Regia di Sam Raimi vedi scheda film

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La recensione su Spider-Man 2

di scandoniano
2 stelle

Secondo capitolo della trilogia di Sam Raimi, forse il capitolo peggiore di tutti, sull’uomo ragno. Nella trama, Peter Parker  sempre più imbranato e portatore sano di sfiga cosmica, bistrattato all’inverosimile che nemmeno Mr. Bean con la sindrome di Paperino, perde il lavoro, la fidanzata, è sempre in bilico, sull’orlo dell’imminente suicidio. Perde perfino la fede nella sua missione da supereroe, ma poi incredibilmente, battuto l’involontariamente ridicolo Mr. Octopus, riconquista Mary Jane e si prepara per il terzo annunciato capitolo…

Sempre peggio l’interpretazione da parte del maestro del brivido Raimi del supereroe Marvel metà uomo metà aracnide. Dietro una pellicola lunga ed estenuante, specie per chi non riesce a capirne il senso, come accade al sottoscritto, si parla per 5 minuti del villain (un imbolsito Alfred Molina in canotta color carne, veramente da scompisciarsi più che da avere paura) e per gli altri 117 minuti di visione di quanto Parker sia imbranato, sfigato, malsopportato. Dramma intimista? Macché! Tobey Maguire, chiamato ad interpretare Spiderman soltanto perché ha la faccia da fesso (si veda l’espressione ridicola di quando prova a fermare nel finale il treno in corsa), è una macchietta incontrollabile, se non fosse per l’età pienamente calato in un film “di formazione” tout court… Il rapporto con MJ  freddo, scostante, quasi abbozzato, ma poi alla fine si riconcilia in maniera decisamente improvvisa ed ingiustificata.

Il peggio del film tuttavia è l’involontaria comicità di cui sono ammantate certe scene. Quando Raimi vuol far paura (vedi le continue urla delle varie vittime di Mr Octopus del film, sostanzialmente un misogino!) ci riesce, eccome potrebbe essere altrimenti! Eppure, alcune scene fondamentali si rivelano al limite del ridicolo a causa di dialoghi fuori luogo, o accompagnamenti musicali senza senso, e soprattutto l’immagine di Parker, che abbiamo capito tutti che è un imbranato cronico, sfiora lo slapstick al punto che quasi lo spettatore arriva a figurarsi a breve una torta in faccia o una buccia di banana sul selciato (Peter che cammina sulle note di “Raindrops keep falling on my head” naturalmente inciampa rovinosamente, è forse il punto più basso del film)…

Prodotto di pessima fattura, né carne, né pesce o meglio né comico, né drammatico, ma un’irritante via di mezzo che non si vede l’ora finisca.

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