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Collateral

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Collateral

di GIMON 82
8 stelle

Michael Mann è il regista dell'assolutezza magnetica nel noir,l'unico esponente di giungle urbane,dove la vita è notturna,infestata di anime solitarie e perdenti."Fantasmi" come Vincent,killer brizzolato,lavorante su commissione.Sognatori come Max,tassista per bisogno,in attesa che il sogno di affittare limousine si avveri.Intanto il buio metropolitano avvolgera' due nemesi,fagocitandone sogni,pensieri e omicidi.Un incontro casuale,questioni di destini incrociati forse per sbaglio o per lavoro,ma il fato deve compiere il suo,scontrando e incontrando visuali opposte.Una corsa turbolenta verso vite che si spezzeranno,dove un taxi è contenitore di destini perdenti,eppure attivi,nel svolgere il proprio essere nel mondo,nel bene e nel male."Collateral" è un pezzo di America disillusa,dove Vincent e Max danzano coll'ineluttabilita' della vita stessa.Mann sceglie la coreografia livida e scura,ambienta una lotta dapprima impari,che diviene coi minuti lotta per sopravvivere.Rispetto alla potenza d'azione di "Heat","Collateral" si differenzia,sceglie punte retoriche e scontate.Il buio e il conflitto interiore dei personaggi gli abbiamo gia' visti nei precedenti lavori di Mann,qui vengono riproposti,secondo uno schema logico,che va a parare sulla solitudine dell'uomo,perdente nelle giungle d'asfalto.La mezz'ora finale regala pero' degni sussulti,supportati dalla regia seducente,lo scontro finale dei due uomini pone al centro una donna.La figura femminile diviene metafora del conflitto bene e male.Per Vincent la bella Annie è una "pratica" da liquidare nell'immediato,un anima da spegnere per lucro e dovere.Per Max, Annie è parte del suo "sogno",conosciuta in precedenza,rappresenta un isola felice,da tenere con se nello sconforto,il salvare la donna è per il tassista un prolungarsi del reale che entra nell'irreale di un desiderio.E' questa la "retorica" del film di Mann,un finale pulito,che accontenta tutti,un incontro finale quasi preannunciato nel prologo.Chiudendo la parentesi sulle "Pecche" scritturali,"Collateral" rimane un affresco seducente,impregnato di vena malinconica,una filosofia sul ruolo dell'uomo urbano,tanto cara a Mann,e sopratutto il "confronto" scontro dialettico tra i due uomini.Un pezzo di noir autorevole,che fa i conti con tematiche umane,dove l'azione sgombra il campo delle illusioni e delusioni.Mann ci tiene sulle corde,nel ritmo serrato,creando empatia per Max e un disgusto compiaciuto per Vincent,personaggio fascinoso nell'animo sinistro,con punte di filosofia criminale che sfondano lo schermo.Il manifesto di "Collateral" rimane la corsa in taxi,e un animale selvatico,un coyote sull'asfalto,incrocia i protagonisti,scelta geniale,da  cinema diretto e duro,pregno di disillusione,carico di carisma formale,l'animale selvatico travalicante l'urbano,un qualcosa di solitario e vago,d'inusuale tra luci e rombi cittadini.L'inusualita' e solo muro di apparenza,il coyote è uguale a Vincent e Max,animali braccati dalla modernita' cittadina,destinati chissa' dove,per adesso si accontentano di "svolgere il lavoro".La filosofia di "Collateral" si esalta tutta nell'animo braccato di uomini perdenti,resi credibili da Jamie Foxx,comune uomo alle prese con giochi piu' grandi di lui,e sopratutto da Cruise,magnetico nella parte del brizzolato Killer,una performance cruda e nuda,del lato oscuro che si annida nel buio metropolitano,ed è per questo che diventa invisibile.....voto 7,5.....

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