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Semaforo rosso

Regia di Mario Bava, Lamberto Bava vedi scheda film

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La recensione su Semaforo rosso

di Isin89
9 stelle

 

Mario Bava firma il suo ennesimo capolavoro regalandoci un noir poliziesco dalle tinte pulp, un'opera geniale e alternativa avanti di almeno venti anni rispetto all'epoca in cui fu concepita. È scioccante pensare come un film così innovativo e all'avanguardia abbia subito il nefasto destino di una produzione stroncata ancor prima che la pellicola fosse ultimata, e di come sia rimasta nel dimenticatoio fino all'inizio degli anni 2000. Non parliamo di un semplice film di intrattenimento o di uno qualsiasi dei numerosi poliziotteschi che negli anni '70 l'Italia era solita sfornare. Si tratta di uno dei più importanti capisaldi della filmografia del regista e di uno dei massimi esempi di cinema di genere italiano che purtroppo non ha potuto godere del riconoscimento e del prestigio che gli spetterebbe di diritto. Un film forse incompreso e non capito, un film non voluto e maledettamente sottovalutato tanto che ancora oggi stenta a trovare estimatori e gli risulta difficile farsi largo tra la folla di amanti del genere. Dobbiamo ringraziare Lea Kruger, la protagonista femminile del film, e il Lamberto Bava che circa venti anni fa si impegnarono in un lungo e faticoso lavoro per portare finalmente il film alla luce e dotarlo dello spirito e della freschezza che Mario Bava intendeva conferirgli al principio.

Cani Arrabbiati non è solo uno dei picchi più alti del cinema baviano ma rappresenta anche e soprattutto una preziosa fonte di ispirazione dalla quale numerosi registi hanno preso spunto, talvolta anche involontariamente. Inutile citare il grande Quentin Tarantino che nel suo primo lungometraggio omaggia e riprende molte delle atmosfere presenti in questo film. Non è un caso che la prima opera tarantiniana si chiami per l'appunto 'Reservoir Dogs' e che inizi laddove si concluda la rapina alla gioielleria, esattamente come Cani Arrabbiati comincia con la fuga a seguito del colpo della banda. Inutile del resto parlare anche della tecnica registica del grande Bava che riesce ancora una volta a creare atmosfere e situazioni di pura tensione girando un film ambientato quasi interamente all'interno di un automobile. Diversamente da moltissimi film polizieschi dell'epoca, nei quali i momenti di pathos estremo erano raggiunti in scene come le sparatorie o gli inseguimenti, Cani arrabbiati concentra tutta la suspense e la tensione nei dialoghi e nelle frasi a effetto pronunciate all'interno dell'auto, così taglienti ed efficaci da risultare palpabili e percepibili sulla nostra pelle. Un film dinamico e movimentato, spinto e frenetico nonostante i cinque (sei) protagonisti siano costretti a sopportare il caldo d'agosto rinchiusi in una scottante automobile. Non esiste momento in cui ceda o dia l'impressione di annoiare o essere di troppo. Ogni inquadratura sembra studiata a puntino così come ogni dialogo è perfettamente calibrato e sapientemente inserito nel contesto giusto.

Un film violento e spietato, crudo e bastardo che riesce a non far avvertire minimamente il peso degli anni ma al contrario risulta fresco e innovativo. Fosse uscito ora non ci saremmo minimamente accorti dei quarant'anni che ci separano dalla sua realizzazione. Un film dall'apparente trama semplice che rivela nel suo finale inaspettato tutta la grandezza e la genialità di un regista come Mario Bava. Uno dei colpi di scena più belli ed efficaci della storia del cinema che stupisce e inchioda lo spettatore allo schermo distruggendo tutte le convinzioni e le certezze che in precedenza aveva maturato. Discorso a parte merita la monumentale colonna sonora infarcita di sonorità fusion e jazz e contornata da un clavinet tagliente e maledettamente bello. Solo per le musiche questo film meriterebbe un posto d'onore tra le migliori opere cinematografiche che l'Italia ha sfornato nel corso della storia. Peccato solo che un capolavoro del genere sia stato snobbato e ignorato per tutti questi anni e non sia riuscito a trovare spazio all'interno dell'universo cinematografico. Unico.

 

 

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