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Tu chiamami Peter

Regia di Stephen Hopkins vedi scheda film

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La recensione su Tu chiamami Peter

di mm40
6 stelle

Perchè no? Sicuramente questo film andava fatto: come tributo ad un grandissimo attore, ma senza inginocchiarsi al gusto dell'agiografia, e come racconto di una parabola artistica fra le più discusse e tuttora discutibili della storia di Hollywood. Certo, se non ci fosse stato un Geoffrey Rush a questi livelli, di Tu chiamami Peter non sarebbe rimasto altrettanto: Rush imperversa, recita e meta-recita (recita una recitazione), si camuffa alla Sellers, gli somiglia persino in maniera convincente. Di più era davvero difficile ottenere. La storia magari può avere qualche caduta di gusto nella banalità e nel puro gossip (Sellers che maltratta i figli davanti alla moglie, la moglie che li difende e subisce in silenzio: quanto c'è di gratuito, quanto di patetico, quanto di realmente reale, quanto - soprattutto - di utile in una scena simile all'interno del film?), ma il racconto procede senza intoppo fino al finale con tanto di ulteriore gioco di scatole cinesi - Sellers che saluta i titoli di coda del film su di lui. Bella colonna sonora (Bowie, Kinks, Clash), Tucci nel ruolo di Kubrick e la Theron nei panni della Ekland se la cavano bene. Luci e ombre (e forse prevalgono le seconde) di un grande attore e di un uomo problematico, con un rapporto mai risolto con la madre; il titolo originale, ancora una volta, ha perfettamente ragione: The life and death of Peter Sellers, come la biografia (scritta da Roger Lewis) da cui la pellicola prende spunto, è francamente più coerente e ineccepibile di uno scialbo Tu chiamami Peter. 6/10.

Sulla trama

Vita e morte di Peter Sellers, attore britannico fra i più dotati, brillanti, istrionici e soprattutto scontrosi ed imprevedibili. Insicuro come uomo, infedele come marito, girò con grandi registi (Blake Edwards, Kubrick, Ashby) visse numerosi flirt, quattro matrimoni, ebbe tre figli, ma non sopravvisse all'infarto che lo stroncò a soli 55 anni, nel 1980.

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