Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Una sorta di manifesto dei credo di Bergman. La famiglia Echdal ricorda la vera famiglia di Bergman e, per il fatto di essere proprietaria di un teatro, diviene una metafora del mondo del cinema e dell'arte. Sensualità e rigore, dolore straziante e fuga nel surreale, fotografia nitida e musiche suggestive fanno di questo film una saga indimenticabile.
La storia di Alexander, giovanissimo discendente della famiglia Eckdahl: prima perde il padre e in seguito con la sorella viene sottoposto a violenze dal patrigno, un severo vescovo protestante. Una sorta di caduta dal Paradiso all'Inferno da cui Alexander si salverà grazie all'attitudine alla fantasticheria.
Senza Bergman non esisterebbero né film come "Festen" né l'ultimo di Haneke ("Il nastro bianco"), Nessuno ha saputo raccontare la borghesia in modo così vivido, straziante e originale.
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