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Narc - Analisi di un delitto

Regia di Joe Carnahan vedi scheda film

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La recensione su Narc - Analisi di un delitto

di Dom Cobb
8 stelle

Narc è l'ennesimo piccolo/grande gioiellino cinematografico da riscoprire, anche e soprattutto a causa della miopia della distribuzione nostrana, la quale, mostrando un'ottusità talebana, continua imperterrita a tralasciare fior di film provenienti dall'estero. Pellicole che, però, non cadono nel dimenticatoio, ma vengono ricercate - in tutte le maniere possibili - dagli appassionati di cinema. Nel caso di Narc, ulteriore aggravante è data dal fatto che la pellicola di Joe Carnahan, costata soltanto 6 milioni di dollari, ha avuto successo e critiche più che positive in tutti gli altri paesi (dove è stata regolarmente distribuita in sala), quindi appare inspiegabile il motivo per cui qui da noi il film sia stato fatto uscire direttamente per il mercato home-video, con i relativi ritardi del caso oltretutto. Il film è un poliziesco urbano che nella storia e nelle atmosfere sembra rifarsi molto al cinema più duro degli anni '70: il detective Nick Tellis (Jason Patric) è un poliziotto della narcotici sotto copertura che ha avuto problemi di tossicodipendenza proprio in relazione alle sue frequentazioni da infiltrato; durante un decisivo arresto ha uno scontro a fuoco con un delinquente e, durante la sparatoria, ferisce accidentalmente una donna incinta che perde il bambino. Temporaneamente ariposo con la moglie ed il figlio appena nato, Tellis viene richiamato in servizio per indagare sull'uccisione - in un sottopasso cittadino - di un altro poliziotto infiltrato; per far chiarezza sull'accaduto viene affiancato dal Tenente Henry Oak (Ray Liotta), coriaceo poliziotto abituato alle indagini sul campo, nonchè socio di lavoro del morto. Indagando, Tellis scoperchierà un autentico barattolo di vermi. Come dicevo, "Narc" è un poliziesco che ha nel suo DNA una forte componente di un certo modo di fare cinema di genere, ma anche d'impegno, delle decadi passate: e si tratta di un notevole pregio per il film, uno dei tanti. Il regista Carnahan pare quasi aver fatto sua la lezione di Sidney Lumet su come girare un poliziesco realistico e vigoroso: guardando "Narc", infatti, in più occasioni mi sono tornati alla mente film come "Serpico" o "Terzo Grado", proprio di Lumet.

Ray Liotta e Jason Patric, grandi protagonisti di Narc.

Carnahan immerge il film nella feroce realtà quotidiana dei ghetti di Detroit (sua città natale), girando nelle location originali e tampinando da vicino i suoi protagonisti, usando parecchio la camera a mano; la Detroit mostrata da Carnahan è composta essenzialmente da quartieri popolari e malfamati, fatti di palazzoni fatiscenti, autorimesse e magazzini abbandonati: terreno ideale per gli spacciatori a cui Patric e Liotta danno la caccia nel corso del film (uno dei pusher è il rapper Busta Rhames, qui in veste d'attore). Una città filmata nel suo periodo invernale, quindi resa fredda ed inospital: un ulteriore tassello da aggiungere alla drammaticità della vicenda. Carnahan immerge fin da subito lo spettatore nella brutalità del film con la sequenza della sparatoria in cui Patric ferisce la donna incinta, grazie al sapiente uso della camera a mano ed al montaggio secco ed essenziale; il resto del film mantiene sempre costante la tensione, sfociando in un finale comunque doloroso ed antispettacolare. Con questo film Carnahan si era mostrato come un giovane filmaker di belle speranze, mostrando una mano registica solida e una netta preferenza per le storie dure; Tom Cruise (già produttore proprio di questo film: ottima scelta artistica) designò Carnahan come regista di Mission: Impossible-III, che però in seguito lasciò la produzione causa divergenze sullo script. C'è da immaginarsi, con Carnahan al timone, un film di M:I-III ben più duro e politicamente scorretto rispetto a quello di J.J. Abrams, spettacolare ma allineato agli altri normali action movies. In seguito, il regista di Detroit girò una versione fracassona ed esagerata di A-Team (personalmente, un titolo dimenticabile), rinunciò - sempre per divergenze con i produttori - alla regia de "Il Giustiziere Della Notte" (e credo che anche in questo caso sarebbe uscito un film di tutto rispetto), mostrando comunque la sua bravura selasciato libero di lavorare su un copione nelle sue corde ("The Grey" con Liam Neeson). Insomma, per ora ritengo Carnahan un regista ancora "in potenza", ma che non ha ancora avuto modo di "esplodere" con un copione di grande impatto.

Il regista Joe Carnahan sul set con Ray Liotta.

Ray Liotta è un attore dotato di una presenza scenica invidiabile , nonchè di talento recitativo: peculiarità a dir la verità poco sfruttate in questi anni, dove i registi gli hanno offerto solo parti da comprimario o ruoli in film poco distribuiti (a proposito, che fine ha fatto il film "The Iceman", dove divide la scena con Michael Shannon?). In "Narc" dà vita al Tenente Oak, un uomo tanto spietato e rabbioso sul lavoro, per poter sopravvivere nella giungla urbana, quanto triste e malinconico a causa della sua condizione di vedovo. Liotta conferisce molte sfumature ad un personaggio meno banale del previsto, così come Jason Patric - che provò a diventare una star con "Speed 2" - mette in scena un poliziotto alienato dal lavoro che ha come punto di riferimento la propria amata famiglia. Il film scivola verso un finale poco consolatorio, quasi tragico direi: non ci sono eroi che vincono e cattivi che perdono, ma solo la scoperta di una verità che a nessuno piace. "Narc", nella sua durezza, è un film niente affatto consolatorio, ma meritevole di essere riscoperto.

Locandina del film.

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