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Non ti muovere

Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film

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La recensione su Non ti muovere

di LorCio
8 stelle

La figlia dell’affermato chirurgo Timoteo è in fin di vita a causa di un incidente stradale. Nell’attesa di un miglioramento, il padre, turbato e confuso, rievoca la sua storia extraconiugale con una prostituta della miserabile periferia romana. Tratto dal fortunato romanzo di Margaret Mazzantini, best seller e Premio Strega 2002, Non ti muovere è portato sullo schermo dal marito dell’autrice, Sergio Castellitto. Film anomalo nel panorama italiano, fondato sulla centralità del corpo inteso in quanto carne e sulla polivalenza dell’elemento fisico inteso in quanto capace di passioni, si fa forte di una scrittura che scandaglia l’animo femminile più di quello maschile, esaminando tanto la subordinazione emotiva della saggia amante mal amata e condannata a non vivere quanto la componente viscida e brutale di un uomo ferito a morte. Melodrammone zeppo finché si vuole di simbolismi, non è un film piacevole ma dimostra uno scarto importante nella “narrazione sentimentale” del male fisico ed intimo non comune nel cinema italiano (non a caso ha avuto un certo riscontro nel suo sfruttamento all’estero).

 

Resta l’apice della ditta Mazzantini-Castellitto, benché non sia del tutto chiaro fino a che punto possa essere giudicato con l’istinto animale l’attrazione amorosa tra Timoteo e Italia. Castellitto attore si dirige senza briglie in una sovra-recitazione che comunque lascia emergere lo squallore di un disperato, mentre quella di Penélope Cruz, in un ruolo a rischio di macchietta, è una scelta felicissima. Lasciano segni importanti anche Angela Finocchiaro, Claudia Gerini e Marco Giallini. Reparto tecnico in gran forma: fotografia intensa di Gianfilippo Corticelli, scene efficaci di Francesco Frigeri, montaggio incalzante di Patrizio Marone, musiche funzionali di Lucio Godoy con canzoni di Leonard Cohen, Toto Cutugno (!), Nino Buonocore (!!) e un inedito di largo successo ad opera di Vasco Rossi.

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