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Big Fish. Le storie di una vita incredibile

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su Big Fish. Le storie di una vita incredibile

di BobtheHeat
10 stelle

Come recita efficacemente il sottotitolo italiano, il nuovo meraviglioso film di T. Burton ci racconta, sotto forma di fiaba, "le storie di una vita incredibile", quella del cantastorie Edward Bloom (interpretato con la stessa efficacia da anziano da A. Finney e da giovane da E. McGregor), che con la sua inarrivabile fantasia ha saputo trasformare tutta la propria "normalissima vita", in qualcosa di speciale ed affascinante per tutti coloro, che ad ogni occasione (persino al matrimonio del figlio, a cui come d'abitudine ruba la scena...) la ascoltavano e riascoltavano con immutato stupore. Solo suo figlio Will (lo sconosciuto, almeno a me, B. Crudup, bravissimo nel difficile compito di tenere unite le varie parti del film) non è mai riuscito realmente ad amarlo e anzi, esasperato, se ne è da lui via via definitivamente allontanato. Ma la notizia della possibile morte del padre, finirà per riavvicinarli e sarà l'occasione per recuperare un rapporto forse mai veramente iniziato, più che perduto e che permetterà a Will di capire chi era veramente suo padre, l'inafferrabile "Big Fish" del titolo del film. Probabilmente "Big Fish" non è un film adatto a tutti i palati, in parte per la mancanza di attori "di più forte richiamo e appeal". Alcuni sentiranno ad esempio la nostalgia del fascinoso J. Depp, l'attore prediletto di Burton con cui, tanto per tranquillizzare le sue fans, è al lavoro per il prossimo film. La storia ha poi un ritmo per forza di cose altalenante e per certi versi è complessa per come ci trasporta continuamente tra i diversi piani temporali ed immaginari e potrà poco interessare qualche spettatore distratto o semplicemente poco disposto a lasciarsi andare alla sua sfrenata fantasia. Ma sarebbe veramente un peccato non amarlo, perchè con esso T. Burton ci mostra come sia ancora possibile raccontare una vera e propria favola, senza dover necessariamente ricorrere ad un cartoon. E poi diciamolo, come viene spiegato in un momento importante del film, quando il dottore racconta a Will la vera storia della sua venuta al mondo, perchè raccontare la realtà quando il sogno può essere tanto più bello? Per chi scrive siamo davanti ad una vera meraviglia di film, non vi è alcun dubbio. Burton genialmente vi racchiude in modo più compiuto e maturo gran parte delle atmosfere e dei temi dei suoi lavori precedenti. Persino il nome del protagonista è l'ennesimo stravagante "Edward" della sua sempre originale filmografia. Il mondo surreale e fiabesco di Big Fish è popolato da una moltitudine di personaggi e location tipicamente appartenenti al suo autore. Una spettrale, vecchia e rugosa strega (una quasi irriconoscibile H.B.Carter) dal cui occhio di vetro, coperto da una benda "alla moda" (vedi Kill Bill e non solo...), è possibile vedere in che modo il destino deciderà di farci lasciare "il mondo dei vivi"... Un piccolo paesino incantato, non a caso chiamato Spectre, dove il tempo non sembra scorrere mai e i cui abitanti vivono gioiosi e imbambolati, tutti rigorosamente a piedi nudi... E ancora un gigante taciturno e solitario alto 6 metri... accattivanti gemelle siamesi... un bizzarro poeta (S. Buscemi, impagabile come di consueto), che diventa prima rapinatore di banche (... vuote, senza più un dollaro, in una divertente scena che ci dimostra quanto può essere tragicamente e cinicamente sottile la linea di confine tra realtà e finzione) e poi un magnate di Wall Street (qui i soldi si fanno per davvero... ancora una volta, realtà o finzione?...), e per finire uno strampalato circo con il suo simpaticamente tiranno/padrone, il "domatore nano" (un fenomenale De Vito... all'occorrenza anche vero e proprio "lupo", creatura che come capita nella realtà è "apparentemente malvagia ma di fatto solamente sola"). In un film in cui le scene memorabili sono veramente tante, vedi quella finale che riunisce tutti i suoi protagonisti, mi piace almeno ricordare quella in cui al circo, il giovane Edward capisce di aver trovato finalmente l'amore della sua vita... e allora il tempo si ferma e tutte le azioni del film vengono "magicamente congelate", per permettere ai due predestinati di poter incrociare "solo per un infinito istante" i loro volti e i loro già innamorati sguardi... fantastico! Credo che oggi veramente in pochi (forse Lynch o i Coen, più probabilmente l'Allen di vent'anni fa) potevano filmare questo stupendo racconto con la stessa grazia e sensibilità, fino a farlo diventare vera poesia. Grazie Burton, per avermi fatto nuovamente innamorare! Voto 9,5

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