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Il Signore degli Anelli. Il ritorno del Re

Regia di Peter Jackson vedi scheda film

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La recensione su Il Signore degli Anelli. Il ritorno del Re

di Utente rimosso (pgll)
10 stelle

Three rings for the Elven-kings under the sky, Seven for the Dwarf-lords in their halls of stone, Nine for Mortal Men doomed to die, One for the Dark Lord on his dark throne In the Land of Mor-dor where the shadows lie. One ring to rule them all, one Ring to find them One ring to bring them all, and in the darkness bind them In the Land of Mor-dor where the shadows lie.

Tradurre in immagini The Lord of the Rings fu, per Peter Jackson, una sorta di missione (in apparenza impossibile!). Già dal 1995 cominciò a lavorare al progetto collaborando originariamente con Miramax. Vedendo i costi lievitare spaventosamente la casa di produzione se ne tirò fuori (a dire il vero i Weinsten restarono "personalmente" nel progetto) e Jackson continuò per conto suo, con la New Line Cinema, impegnandosi quindi in prima persona praticamente in tutti gli aspetti della realizzazione (dalla raccolta dei fondi alla ricerca tecnologica sugli effetti speciali, alle locations ...). Il progetto divenne ancora più ambizioso (passando dalla idea originale di 2 film a 3 film) ed ancora più ad alto rischio (visto l'impegno economico messo in campo). La saga si aprì nel 2001 per chiudersi nel 2003 e fu un successo di critica e pubblico ancora ineguagliato. A mio avviso i 3 film vanno giudicati ed analizzati come fossero un corpo unico, essendo stati realizzati in contemporanea - la divisione in 3 è scaturita da ragioni squisitamente commerciali.
Il punto di partenza è l'autore del romanzo … John Ronald Reuel Tolkien. Filologo e linguista (dell'inglese si intende!) innanzi tutto. Non scrisse libri, creò mondi: lingue, Storia, "razze", ideaologie e religioni. "The Lord of the Rings" racchiude ed in qualche modo esalta tutte le conoscenze e competenze dell'autore: fantasy è riduttivo, soprattutto per coloro che hanno il piacere di poter leggere il testo in lingua originale, in un inglese raffinatissimo eppure fluido. Al di là della complessità enciclopedica del plot la tematica è semplice ed universale: la lotta fra il bene ed il male (ben presente nel mondo del cattolico Tolkien).
Jackson dunque prende la materia letteraria e la plasma con sicurezza (stupide ed inutili le polemiche sulle modifiche della trama rispetto al libro) per renderla cinematograficamente plausibile: il lavoro di taglia e cuci (il montaggio richiederà parecchio tempo) è immane. Ne esce un film (3 ma 1) sostanzialmente rispettoso del libro, equilibrato e corale. Mescola agilmente i generi (avventura, guerra, amore ...)  e da vita ad uno spettacolo visivo straordinario pur mantendo salde le tematiche più profonde (bene/male, dovere, senso della vita, amicizia, rispetto dell'ambiente e dei cicli naturali ...). La sue due qualità più sorprendenti: la chiarezza (la trama si segue bene, anche se non si è letto il romanzo) e la "democraticità" tradotta in possibilità di molteplici piani di visione (chiunque può apprezzarlo  dai bambini ai cinefili agli appassionati del fantasy ...)
Non mancano alcuni difetti, tra i quali i maggiori a mio avviso: alcune interpretazioni (vedi sotto) ed un uso forse addirittura eccessivo degli effetti speciali. Ma sono difetti minori rispetto al lavoro immenso fatto. E se il cinema è arte ma anche business, pochi film come "The Lord of the Rings" di Peter Jackson hanno saputo coniugare questi due elementi.

Sulla colonna sonora

Curata. Molto bene il tema degli Hobbitt e toccante il coro di voci bianche

Cosa cambierei

Forse avrei usato gli effetti speciali con più parsimonia (Minas Tirith poteva essere un po' più dimessa)

Su Peter Jackson

Qui è straordinario ma questo è il progetto di una vita!

Su Viggo Mortensen

Fantastico - Viggo è Aragorn! Tralascia un po' l'aspetto di ramingo per spingere su quello del re. Eccellente.
Aggiungo notazione su Sean Bean - Boromir non brilla per simpatia ma lui riesce a dargli una umanità inaspettata.

Su Elijah Wood

Il "difetto" forse maggiore. Lui ci mette grande impegno ed il risultato è comunque sufficiente. Ma non emoziona, non appassiona. Alla lunga letteralmente mangiato dagli altri attori. E' vero che Frodo è l'antieroe per autonomasia ma non esageriamo
Aggiungo notazione su Monaghan e Boyd - Merry e Pipino sono una "coppia" comica anche nel libro e nel film mi sono sembrati ben interpretati. Leggeri e divertiti restano in qualche modo sempre estranei al mondo di Frodo e Sam

Su Orlando Bloom

A me non piace. Ma il costume da elfo lo porta abbastanza bene. Freddo e distaccato.

Su Sean Astin

Insieme ad Viggo Mortensen quello che ha fatto meglio a mio avviso. In alcuni punti (il finale sia del film 2 che del 3) raggiunge delle vette interpretative inaspettate. Riesce ad esprimere con grande intensità la semplicità di Sam che resta il vero antieroe del film: coraggioso, saggio e riflessivo, mite. Si mangia letteralmente Elija Wood

Su Ian McKellen

Eccellente come doveva essere. Punto.
Aggiungo notazione su Christopher Lee - Bene. Credo che si sia divertito un gran tanto a giocare la parte del cattivone!

Su Cate Blanchett

Mi aspettavo qualcosa di più da una grande attrice come lei. Bene ma non benissimo. Meglio in lingua inglese (soprattutto il prologo è meraviglioso)

Su Liv Tyler

Francamente non mi è molto piaciuta. Vero è che i personaggi femminili sono marginali ma nel testo poche parole ne delineano l'aspetto "crepuscolare" che qui non emerge. In inglese è un po' meglio, ha lavorato molto sulla sua voce rendendola profonda e morbida.

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