La recensione su È già ieri

Vi capita mai di vivere qualcosa che sapete di aver già vissuto? Di sapere già come andrà a finire una determinata situazione per il semplice fatto che l’avete già vista altre volte? A me è capitato vedendo “E’ Già Ieri”, film del 2002 di ********** con Antonio Albanese; questo film è, infatti, uno dei pochi casi di remake italiano di un film straniero: la pellicola originale in questione è “Ricomincio Da Capo” con Bill Murray. La storia è pressoché la stessa: Antonio Albanese è un giornalista stronzo che viene mandato nelle Canarie con una troupe per girare un servizio su delle cicogne in via d’estinzione, più tardi l’alta marea ed il troppo vento gli impediranno di lasciare l’isola e si troverà, suo malgrado, costretto a dover pernottare in quella località per un altro giorno ancora. Purtroppo per lui accade un fenomeno inspiegabile: il mattino dopo si ripeterà identicamente la stessa giornata precedente (stesso servizio sulle cicogne, stessa alta marea, stesse frasi dette dalle stesse persone nello stesso momento e così via) ed il giorno dopo, ed il giorno dopo ancora per anni. Premettendo che “Ricomincio Da Capo” è uno dei miei film preferiti, posso dire che, nonostante la mia poca simpatia per Antonio Albanese e per le poche novità presenti nel cinema odierno italico, ho apprezzato comunque questo remake nonostante non si siano inventati quasi nulla nella storia generale (se non il fatto che Bill Murray doveva fare un servizio in autunno in un paese di montagna dove si teneva l’annuale “giorno della marmotta” e l’atmosfera climatica del precedente film era più, come dire, fredda, rispetto a quella torrida di “è già ieri”). Come facevano negli anni ’60 i cantanti che ritraducevano in italiano successi esteri come “Stand by me”, “if I had a hammer”, “California dreaming” spacciandoli per loro canzoni (“Pregherò”, “datemi un martello”, “sognando California”) così anche ha fatto anche il regista Giulio Manfredonia, ma piuttosto che accusarlo di plagio e di carenza di idee preferisco lodare il suo intento di riproporre una commedia americana coi fiocchi in Italia, sperando che, per lo meno, sia d’esempio ai prossimi lavori cinematografici della penisola che, in campo di commedie, ci ripropone sempre i soliti logori clichè. Al contrario del film originale qui il cameraman Fabio De Luigi ha un ruolo più importante mentre la coprotagonista femminile è più scialba rispetto a quanto lo fosse Andy Mc Dowell, anche perché in “è già ieri” Albanese approfitta del giorno che si ripete all’infinito per trombasi quasi tutta la fauna femminile dell’isola. Verso la fine ci sono anche un paio di trovatelle non male assenti nel film originale, ma ciò non contribuisce a far sì che i due film possano competere minimamente. È un filmetto carino, da vedere solo se prima si è visto “Ricomincio Da Capo”, proprio per una questione di rispetto. Lasciano un po’ a desiderare effetti “speciali” come l’alta marea fatta al computer (atroce) e alcune sequenze come quella in cui Albanese fa capire alla sua amata il suo problema paranormale, e lei ci crede subito e gliela dà.
Come voto gli do un generoso 6, generosissimo, in quanto, come ho già detto, non simpatizzo affatto per Albanese, né con De Luigi (che comunque in campo cinematografico è più sopportabile, in quanto le cose da dire gliele scrive qualcun altro e non usa quelle frasette da cabarèt giallappico ed aldoggiovanneggiaccomesco).

VL
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