Regia di Edward Zwick vedi scheda film
Mi sono sempre tenuta lontana dai film guerriglieri, che fossero ambientati in oriente o in occidente non faceva differenza, mettiamoci poi che sopporto poco la presenza di Tom Cruise, avrei dovuto astenermi dalla visione di codesta pellicola e invece, non ricordo bene per quale motivo, mi accinsi alla visione della stessa e, poche altre volte, sono rimasta così positivamente sorpresa dal coinvolgimento, quasi totale, che il film mi offrì. Girato in gran parte in Nuova Zelanda è ambientato nel Giappone di fine ‘800, li dove i samurai ribelli "combattono" l’imperatore che ingaggia il capitano Algren, un Tom Cruise talmente in parte che (quasi) stentavo a riconoscere, bravo quanto in "Nato il 4 luglio", a tratti anche di più, per addestrare il proprio esercito e sradicare i ribelli. Durante una battaglia impari però, il capitano, viene risparmiato e, su ordine del suo nemico Katsumoto, conquistato dal suo coraggio, viene condotto al villaggio, da prigioniero. In quel contesto suggestivo, colmo di tradizione, i due uomini imparano a conoscersi e finiranno per combattere fianco a fianco. Edward Zwick ha la capacità di cogliere l’essenza dei popoli e riesce a rappresentare, con dedizione e rispetto, il loro modo di essere e le loro tradizioni. Resta spettatore per gli spettatori e si limita ad osservare per lasciare a noi l’eventuale giudizio. Perfetta la fotografia, altalenante il ritmo che oscilla tra l’idillio e il baratro (caratteristica screditante dei film di Zwick), Ken Watanabe racchiude tutto il fascino degli antichi samurai e sul suo volto è stagliato l’orgoglio e il coraggio per la battaglia. Un film notevole a cui manca qualche passo per diventare epico.
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