Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Una delle più intense interpretazioni della Bergman che riesce a trasmettere tutto lo straniamento emotivo di una madre alle prese con la morte del figlio, tragicamente determinata da un tentativo di suicidio che finirà, in maniera indiretta a causa di un embolo conseguente alla caduta, per portare veramente alla morte del bambino. Il senso di colpa unito ad una disperata ricerca di espiazione trasformano così una madre piena di determinazione (ma troppo assente dalle vita del figlio) in una donna che si calerà nei meandri della povertà, aiutando prima che gli altri il suo Io ferito. Tutto ciò sarà causa della disapprovazione da parte di una società ottusa quanto opportunista, e la frettolosa attribuzione di una diagnosi di malattia mentale ne determinerà l’internamento in un manicomio (dimostrando quando allora fosse facile finirci per ogni umana debolezza,da un esaurimento nervoso all’oligofrenia o anche solo a una sordità..). Unica perplessità del personaggio è forse questa carenza di pathos anche nell’affrontare uno tsunami emotivo come la morte del figlio, ma qui occorre ricordare anche che, giustamente, la vicenda pur se ambientata a Roma trova protagonisti personaggi non solo nordici come origini ma abituati, per censo e per lavoro, a mettere sempre in secondo piano emotività e sentimenti (in questo il tentativo di suicidio del figlio riflette meglio di ogni altro elemento le statistiche che danno i suicidi preponderanti nei paesi nordici, a dispetto di una migliore qualità della vita che evidentemente non placa ansie e bisogni affettivi condivisi da tutta la specie umana ad ogni latitudine). E’ stato da più parti giudicato come uno dei film della svolta del cinema di Rossellini, in grado di lasciarsi progressivamente alle spalle il neorealismo, ma in realtà forse è più neorealista di altre pellicole nel descrivere con apparente freddezza una periferia romana già alienata in palazzoni anonimi e degradate baraccopoli, con un' umanità che cerca di uscire con non poca fatica dalle nefandezze della guerra, solo cronologicamente ormai lontana ma i cui esiti erano ancora presenti e riflessi in tanta povertà e miseria.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta