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Master & Commander. Sfida ai confini del mare

Regia di Peter Weir vedi scheda film

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La recensione su Master & Commander. Sfida ai confini del mare

di lao
8 stelle

CAPITANO, MIO CAPITANO!---Secondo un ‘idea anacronistica e romantica della storia, le guerre non sono altro che un duello tra titani e per vincerle basta l’audacia di un Cesare. Tuttavia Weir nel suo ritratto di eroe si è limitato a una scarna essenzialità: l’esistenza del capitano Aubrey è circoscritta alla sua imbarcazione e all’orizzonte sull’Oceano; le donne sono meritevoli solo di uno sguardo fugace dall’alto e l’unica concessione al privato è l’amicizia con il medico naturalista Maturine. Proprio nel continuo scontro/confronto fra i due la visone del mondo del militare dedito alla disciplina, ma anche quella dello scienziato votato all’osservazione dei fenomeni naturali, si affinano completandosi a vicenda: se la missione dell’uomo è esplorare, conoscere condizione essenziale è la libertà dai tiranni conquistatori, i Napoleoni di ieri e di oggi, e per ottenerla bisogna combattere e vincere e per questo sono indispensabili i soldati e l’arte della guerra. Essi discutono e suonano insieme, l’uno il violino l’altro il violoncello, e i loro duetti fanno da controcanto alla barbarie degli scontri:. E nel film non c’è concessione alcuna alla retorica. La maestria di Weir davvero grandissima nell’utilizzo della macchina da presa illumina gli effetti fisici e materiali, prima che psicologici dei conflitti: cannonate che sventrano e distruggono, corpo a corpo, sangue, fatica e sporcizia, suicidi, mutilazione senza anestesia, ragazzini allievi ufficiali e mozzi atrocemente addestrati alle armi e alla morte. Le guerre, è vero, si possono anche vincere, le battaglie si perdono sempre.

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