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Essi vivono

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su Essi vivono

di scandoniano
7 stelle

Una bestemmia nella chiesa del capitalismo. John Carpenter fa fede al suo credo di miscredente dell’attuale sistema-mondo (soprattutto a stelle e strisce), mettendo in scena una storia che narra di una Los Angeles (e dunque di un pianeta terra) silenziosamente in mano agli alieni, che provano a colonizzare gli esseri umani. Se si sostituisce la matrice extraterrestre con il valore terreno del danaro si esce dalla (flebile per chi conosce Carpenter) metafora della contaminazione del genere umano ad opera di un’entità sordida e letale, per entrare nella più squassante critica sociale. Carpenter vede la  società americana come zombizzata dal capitalismo (George Romero è citato espressamente e le dinamiche del film in parte ricordano “La notte dei morti viventi” ) e dalle sue regole ferree. Solo l’uomo comune (non a caso il protagonista di cognome fa Nada, ossia “nessuno”), scevro da qualsiasi velleità di scalata sociale, può comprendere appieno (con o senza occhiali), il valore della vita reale e quello della struttura sociale artificiale, costruita attorno all’effimero e supportato dalla subliminalità dei messaggi (soprattutto pubblicitari).

 

 

Per dare un senso di realtà ancora maggiore, il regista ingaggia il semiprofessionista Roddy Piper, noto al mondo più come wrestler che come attore (anche se sempre di finzione si parla), in modo da rendere ancora più anonimo il valore del protagonista nell’architettura sociale messa in scena.

Nota a margine: gli orologi multifunzione sembrano una premonizione di Carpenter sui futuri smartphone!

Un’opera carpenteriana a cinque stelle (nel senso anche politico che questa locuzione ha assunto di recente), ed a ricordarcelo c'è un quasi onnipresente sintetizzatore, frutto dell'ennesima colonna sonora del regista stesso.

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