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Essi vivono

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su Essi vivono

di scapigliato
8 stelle

Uno straniero arriva con tanto di zaino in città. Vaga per ogni dove e poi trova un lavoro occasionale e un tetto in una baraccopoli. Il suo nome è Nada. Se questi veloci tratteggi non avvicinano al mito dello Straniero, codificato dal duo Leone/Eastwood nella trilogia del dollaro, allora si può parlare del registro asciutto che ha usato Carpenter per il suo film, per parlare di western, che torna e ritorna, come nella inverosimilmente lunga scazzottata tra i due protagonisti (ripresa di quella del fordiano "Un Uomo Tranquillo"). Ma il western, che pervade tutta la storia, è in compagnia dell'horror. Un horror che di tale ha solo il motivo degli alieni zombeschi che stanno colonizzando la terra. Per il resto, l'asciuttezza dei temi narrativi portata avanti con grande artigianalità dal regista, non crea il territorio per un incubo ad occhi aperti. Tanto che è pressocchè tutto soleggiato, arioso, con quei due eroi occasionali che armati se ne vanno in giro per la Down Town di Los Angeles (come in un western), senza strizzare mai seriamento l'occhiolino al "suo" genere bandiera.
Ma infatti "They Live" è più una voluta invettiva contro gli anni '80 americani, che Regan ha massacrato allargando la forbice tra ricchi e poveri, più che un film di genere fine a se stesso, o la cui intenzione principale fosse solo poetica od estetica. Qui Carpenter per la prima volta nel suo Cinema parla chiaro. Mette in tavola le sue carte politiche e condanna duramente un'America baccellona (per dirla alla Siegel) che manco s'accorge di una selvaggia omologazione tranquillamente in corso. Come le vittime di Haddonfield in "Halloween", è infatti più attenta alla pubblicità, al mondo tv che ci consegna una realtà faustiana, come dice il Liberti, o comunque al mondo tutto dell'apparire. Il risultato è che un poveretto senza gloria né infamia, dovrà sacrificarsi perchè anche i baccelloni omologalizzati tornino ad essere liberi pensatori. Tragica parabola, oppure tragicissima profezia?
Si dice essere il primo film a criticare apertamente gli anni '80 e il suo popolo più rappresentativo: gli yuppies.

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