Regia di Alan Johnson vedi scheda film
Quasi meglio di Lubitsch! Giudizio ingiusto? Certo che sì! Se questo film di Brooks centra il bersaglio è solo perché si arrampica sulle spalle del capolavoro lubitschiano. Ma allora perché questo mio giudizio? Perché il film di Mel Brooks ha un pregio che mancava al suo modello, quello di essere profondamente ebraico. Attento nel sottolineare il confronto tra l'ottusa burocrazia dei conquistatori e la fantasia disperata di coloro che vogliono sopravvivere, il film di Brooks è un omaggio ai perdenti - slavi, ebrei, omosessuali, zingari - che si riscattano attraverso la finzione teatrale. Non perfetto, non rigoroso, forse neppure onesto al cento per cento, ma godibilissimo ed emozionante. Sicuramente, ignorando il prestanome Alan Johnson, uno dei migliori film di Mel Brooks! Tra gli attori si distingue Anna Bancroft: splendida, meravigliosa, perfetta. Regge l'intero film, sorretta da una troupe in splendida forma. Da segnalare anche Christopher Lloyd, nella parte dello stolido Schultz.
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