Regia di Clyde Geronimi vedi scheda film
Celebrazioni al palazzo di Re Stefano per la nascita della primogenita Aurora. I sovrani invitano tutti, fate comprese, ma si dimenticano di mandare l'invito alla meno simpatica che giustamente si risente e maledice tutti: prima che il sole tramonti, nel giorno del suo sedicesimo compleanno, la principessa si pungerà con un fuso e morirà per un po', giusto il tempo che il principe designato al salvataggio sia cresciuto a sufficienza.
Raro esempio di prodotto targato Disney scevro da siparietti musicali eccessivamente imbarazzanti e moralismi viscerali, sdoganati già a partire dal suo presupposto erede: La Sirenetta (1989).
Più Grimm che Perrault, questo adattamento resta comunque fedele alle policy ed al marchio di fabbrica aziendale; siamo ancora lontani anni luce dalla fiaba tradizionale, in particolare dal tema originale di Giambattista Basile e della sua Sole, Luna e Talia, dove il bacio è uno stupro e altre crudità assortite fanno da contorno a morali ben più impegnative.
Se il film si eleva oltre la media della casa di produzione è in parte grazie alla colonna sonora e alle ambientazioni medievali, ma soprattutto grazie agli splendidi fondi realizzati da Eyvind Earle, qui anche direttore artistico.
La spigolosità goticheggiante delle illustrazioni stilizzate contribuisce ad incupire la scena, strizzando l'occhio alla materia letteraria d'origine ma resta un divertissement. Le ambientazioni, opportunamente riposizionate su binari più consone al cartoon, verranno riproposte nel successivo La Spada nella Roccia.
Pietra miliare dell'animazione moderna per la veste, meno per il contenuto.
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