Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Una generazione allo specchio? No. Nella maniera più assoluta. Un lancinante e decadente soggiorno nelle privatissime e distratte esistenze di tre esseri umani, semmai. Nelle loro stanze, nei loro anfratti più oscuri, nei fatiscenti meandri delle loro aspre e conturbanti coscienze. Qual meraviglia dovrebbe assalire chi ha - davvero - vissuto quei giorni! Quei giorni di utopie gridate, di progetti sussurrati alla strada, e ai lampioni.. quei giorni di inconsapevole consapevolezza. Quei giorni finiti a metà pomeriggio, altro che alba.. neanche il tramonto attesero. L'annegamento tragico e silenzioso di quelle speranze in un mare d'edonismo, di decadenza e di roboante velocità (sarebbe lieto il Marinetti..) è come preannunciato, avvertito in anticipo dalle sue stesse vittime. E', per Bertolucci, un presagio di morte. E' la decadente promiscuità affettiva e sessuale che da sempre estingueva le stirpi nobiliari.. è il sangue fraterno versato per scommessa, è la trasformazione consapevole d'una scelta-di-vita in una stolida e compiaciuta recitazione-di-vita. E', amaramente e non senza partecipazione emotiva, la presa di coscienza di non saper amare. Di non saper neanche dirlo. E di non riuscire a guardare oltre sè stessi, figurarsi al Domani. Una messa in scena elegante e riconoscibile, vibrante ma controllata, molto spesso autenticamente disturbante. Perciò perfetta. Interpreti adatti e sensualissimi. Le inevitabili schematizzazioni nell'epilogo non compromettono, comunque, la riuscita dell'opera.
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