Regia di Bruno Dumont vedi scheda film
Gioco di distanze. Corpi che si allontanano, si respingono, si sovrappongono. Corpi NON protagonisti d'una pellicola il cui principale attore è lo spazio (vitale e non) che fra essi si interpone. Come nell'atletica, o nell'esegesi moviolistica d'una azione calcistica contestata, occorre prestare attenzione alla LUCE tra un corpo e l'altro. A ciò che di vuoto permane prima, durante e dopo il passaggio delle figure. Ad alcuni elementi di rara suggestione (la rappresentazione quasi 'mistica' - seppure estremamente carnale - dell'atto sessuale, l'inspiegabilità annichilente dei sentimenti, delle umane pulsioni), si alternano cadute di tono (un po' ovunque), frequenti lungaggini autoriali e schematismi spesso elusivi (i due protagonisti parlano lingue diverse, senonchè il 70% dei dialoghi è costituito da sospiri affannosi e.. 'significanti'). L'utilizzo reiterato e compiaciuto degli splendidi paesaggi è spesso strumentale. La sceneggiatura si limita ad inesistere. Comunque un tantino riduttivo il sunto contenuto nella scheda di film.tv ("Sesso estremo nel deserto della California"). Estenuante marcia verso un Nulla vestito da Realtà. La meta non c'è, ed è bellissima.
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