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Diabolik

Regia di Mario Bava vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Diabolik

di Marco Poggi
5 stelle

Il Diabolik di Mario Bava arriva nei cinema già quando il genere dei cine-fumetti neri ha già sfornato Kriminal, Satanik e Mister X, risultamdo kitch e pop, ma non violento e tetro come il fumetto delle sorelle Giussani. E' ricordato più per le trovate a basso prezzo del regista e per le musiche psichedeliche di Ennio Morricone

Battuto in velocità da "KRIMINAL" di Umberto Lenzi, il DIABOLIk cinematografico si distingue dal poker cinematografico dei fumetti neri (due film di Kriminal, uno di Satanik e questo lungometraggio) per il nutrito cast internazionale, la colonna sonora psichedelica di Ennio Morricone, la regia di Mario Bava e la produzione di Dino De Llaurentiis. Sembrerebbe, quindi un film di serie A, invece, proprio per evitatare censure dell'epoca, De Laurentiis sembra che abbia tagliato i fondi a Bava che, inizialmente, voleva fare un film più crudo, violento e movimentato (famosi, infatti, erano i loro battibecchi). La storia è semplice: l'ispettore Ginko tende una trappola a Diabolik e Diabolik riesce ad eluderla, scampando alla cattura e fingendo per ben due volte la sua morte. Manifesto colorato e psichedelico di un'epoca che non c'è più, che vero e proprio lungometraggio, Dk riassume due o tre episodi degli albi a fumetti di Angela & Luciana Giussani. Il più bello, per me, è quello che vede l'alleanza dell'ispettore Ginko/Michel Piccoli con il gangster Ralph Valmont/Adolfo Celi, il quale rapisce Eva Kant/Marisa Mell per mettere alle corde il marmoreo Diabolik/John Philiph Law. In brevi cameo appaiono il caratterista inglese Terry-Thomas, il partenopeo Carlo Croccolo, Andrea Bosic (l'ispettore Milton del Kriminal di Lenzi), Claudio Gora, Renzo Palmer e il pacioccoso Francesco Mulè. Da ricordare il taglio di capelli di Marisa Mell, più vicino a quello di Satanik che a quello dell'amata di Dk, la lunga sequenza dello "spinello party" su musica yè-yè di Morricone, il furto di un mega lingotto dorato e lo spettacolare finale nel nascondiglio del "re del crimine". Law è marmoreo, parla poco e risulta tratti ridicolo in tuta nera, la Mell, invece, interpreta un'Eva vista solo come oggetto sessuale che come compagna e complice. Mentre Michel Piccoli, a mio giudizio, non c'entra quasi per nulla con Ginko col suo aspetto stempiato e i capelli sale/pepe. Il migliore è Adolfo Celi, benchè doppiato da un altro attore, il suo Valmont debellato quasi subito si fa rimpiangere nella seconda parte. Attendiamo con ansia remake moderno.

 

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